Le nuove regole green sugli imballaggi dell’Ue penalizzano l’Italia e in particolare il Veneto, che è la è seconda regione in Italia, dopo la Lombardia, nel settore della gomma-plastica con oltre 1.500 imprese (il 13% del totale nazionale), 26.800 addetti (14,6%) e 7,8 miliardi di euro di fatturato (13,9%). È, come riportato da Il Sole 24 Ore, un’alternativa alle sostanze inquinanti, che però non è ritenuta soddisfacente dalla Commissione europea. È per questo che si è arrivati allo scontro.
“L’orientamento che il Consiglio Ambiente dell’Unione europea ha approvato a dicembre va contro l’approccio di buon senso votato dal Parlamento europeo lo scorso novembre, ma soprattutto annullerebbe decenni di investimenti fatti dalle imprese per la creazione di un modello italiano di economia circolare che, con il 72% dei rifiuti da imballaggio riciclati, è leader a livello internazionale”, ha commentato Simonetta Tiberto, presidente del Gruppo gomma plastica di Confindustria Veneto Est. I dati parlano chiaro: la Regione ha l’80% degli imballaggi in plastica riciclati e il 76% delle diverse frazioni come vetro, cartone e legno. All’Ue però non va bene. “La scelta di privilegiare il riuso rispetto al riciclo e di imporre obiettivi di riutilizzo obbligatori danneggerà il sistema veneto di raccolta differenziata e riciclo e metterà a rischio intere filiere”.
Imballaggi, nuove regole Ue penalizzano il Veneto: l’appello
Inizialmente l’Ue aveva accettato un compromesso su riuso e riciclo in merito agli imballaggi, che poteva essere accettato dall’Italia, in quanto non troppo penalizzante per il Veneto e le altre Regioni. Gli Stati infatti ricevevano una deroga dagli obiettivi sulla base dei risultati ottenuti in precedenza nella raccolta differenziata e nel riciclo. In tal senso l’industria nostrana non aveva nulla da temere. Nonostante ciò, nelle scorse ore c’è stato un dietrofront. Il commissario Virginijus Sinkevicius ha presentato uno studio in cui emergerebbero elementi a favore del riuso contro il riciclo, cambiando nuovamente le carte in tavola.
È per questo motivo che l’industria è tornata a tremare. “Rinnoviamo l’appello al governo e agli Europarlamentari a far fronte comune, anche con altri Stati membri, per evitare che venga affossato il nostro modello di circolarità degli imballaggi e per una sostanziale rivisitazione del provvedimento, con un maggiore equilibrio e flessibilità. Ne condividiamo gli ambiziosi obiettivi ambientali, ma vanno raggiunti insieme al mondo imprenditoriale, non contro”, ha concluso Simonetta Tiberto.