«Dopo tre anni di caccia alle streghe, bufale, vergogne, truffe, i democratici stasera stanno cercando di annullare il voto di decine di milioni di patrioti americani. Questo è il primo impeachment dove non c’è un reato»: Donald Trump è una furia per l’ok all’impeachment alla Camera, con il presidente Usa scatenato sui social network. La messa in stato d’accusa però non avrà grosse ripercussioni sul tycoon secondo il politologo Edward Luttwak: «Dal primo giorno l’elite non è stata contenta della scelta del popolo, dal primo giorno ha parlato di impeachment, ma alle elezioni Donald Trump vincerà alla grande, e poi vincerà la figlia Ivanka per i prossimi otto anni», le sue parole ai microfoni di Adnkronos. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IMPEACHMENT TRUMP, LA DIFESA DI PUTIN: “ACCUSE INVENTATE”
Il “difensore” forse più inatteso del Presidente Donald Trump arriva da oltre oceano e oltre Urali: nella classica conferenza stampa di fine anno il leader della Russia Vladimir Putin difende dalle accuse di impeachment il “collega” Usa con il quale i rapporti sono da sempre alti-bassi a seconda dei diversi dossier che mettono in campo gli interessi ovviamente divisi di Russia e Stati Uniti. «L’impeachment di Trump si basa su accuse inventate e il Senato respingerà le imputazioni contro il presidente americano», ha risposto ad una domanda in merito il Presidente del Cremlino. L’analisi politica di Putin è lucida e “distaccata”, con il leader russo che infatti sentenzia «i deve ancora passare dal Senato, dove i repubblicani hanno la maggioranza». Il ragionamento di Putin è lo stesso che tengono i profili anti-Dem e i commentatori liberal degli States: «È estremamente difficile – ha concluso Putin – che i repubblicani tolgano la carica di presidente a un rappresentante del loro stesso partito per motivi che sono assolutamente inventati». Sempre la Russia si è poi detta pronta a prorogare il trattato New Start sulla riduzione e limitazione delle armi strategiche offensive «in qualsiasi momento», mostrando un nuovo “assist” dal Cremlino al leader Usa sotto accusa di impeachment, «Siamo pronti fino alla fine dell’anno per prorogare l’accordo esistente: se lo invieranno per posta domani siamo pronti a firmarlo e inviarlo a Washington per le controfirme». (agg. di Niccolò Magnani)
TRUMP VS I DEM “ASSALTO AGLI USA E AI REPUBBLICANI”
Non si è fatta ovviamente attendere la replica di Donald Trump, all’Impeachment approvato ieri dalla Camera. Il tycoon ha spiegato che il Senato “ripristinerà l’ordine e la giustizia”, “non abbiamo fatto nulla di sbagliato”, e poi su Twitter ha aggiunto, furioso: “Questo è un assalto all’America e un assalto al partito repubblicano”, ribadendo lo stesso concetto ad un comizio in Michigan tenutosi ieri. “Hanno provato a sottopormi all’impeachment dal primo giorno – ha proseguito il commander in chief – atroci bugie della sinistra radicale, dei democratici nullafacenti”. La pensa ovviamente in maniera diversa Nancy Pelosi, speaker della Camera nonchè principale antagonista di Trump, che ha commentato la messa in stato d’accusa dicendo: “E’ un grande giorno per la Costituzione, un giorno triste per l’America”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IMPEACHMENT TRUMP: CAMERA VOTA SÌ. ORA LA PALLA AL SENATO
Passa come previsto l’impeachment nei confronti del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La Camera Usa ha votato ieri i due articoli che hanno messo in stato d’accusa il tycoon, al termine di una giornata durata più di 12 ore. Il primo articolo, quello di ostruzione, è stato votato da 230 deputati (197 I contrari), mentre il secondo, quello di abuso di potere, da 229 (contro 198 contrari). Trump diventa così il terzo presidente a stelle e strisce “impiacciato”, dopo Johnson nel 1868, e Bill Clinton nel 1998 (Nixon si dimise prima del voto). Ora il voto passerà al Senato dove con grande probabilità la partita sarà diversa, visto che la maggioranza è Repubblicana. Il processo potrebbe durare mesi ma non è da escludere che si possa votare subito, senza prendere in esame le prove. Michael Bloomberg, candidato alla presidenza Usa per i democratici, e una fra le persone più ricche d’oltre oceano, ha commentato: “La Camera ha fatto il suo dovere costituzionale. Sfortunatamente sembra sempre più evidente che il Senato repubblicano non lo farà. Questa questione non sarà risolta fino al prossimo novembre dal popolo americano”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IMPEACHMENT TRUMP: ATTESA PER IL VOTO ALLA CAMERA
Giorno delicato per il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Oggi la Camera del governo Usa voterà se mettere o meno in stato d’accusa il tycoon. L’esito del voto è scontato visto che, dopo le elezioni di midterm, la maggioranza è Democratica, mentre è decisamente complicato che l’impeachment passi al Senato, dove invece la maggioranza l’hanno i Repubblicani. In ogni caso la giornata cruciale scatterà alle ore 9:00 di Washington, quando in Italia saranno le 15:00 di pomeriggio, e quando scatterà un lungo dibattito di circa sei ore, al termine del quale si voteranno i due articoli. Ovviamente il commander in chief si è sempre dichiarato innocente in merito allo stato d’accusa, e uscendo allo scoperto nelle ultime ore ha spiegato: “Nessuna persona intelligente crede a ciò che state dicendo – le sue partole attraverso Twitter -. Se andate avanti con questa sciarada dell’impeachment la storia vi giudicherà senza pietà”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IMPEACHMENT TRUMP: IL DIBATTITO E POI IL VOTO
Impeachment Trump, oggi sei ore dibattito prima del voto alla Camera dei rappresentanti: in programma un acceso botta e risposta tra democratici e repubblicani sulla messa in stato d’accusa del presidente Usa. Così ha deciso la commissione incaricata di definire le regole: come spiega la stampa statunitense, la Camera è stata convocata per le ore 9 (ore 15 italiane), e prima del via al dibattito verranno ratificate le regole approvate in commissione. Previsto un dibattito di un’ora anche prima del voto procedurale, mentre è in programma la votazione di un emendamento dei repubblicani che chiede di estendere la durata del dibattito a 12 ore. Nelle ultime ore si è acceso lo scontro mediatico tra dem e repubblicani: due deputati democratici hanno annunciato che voteranno contro l’impeachment, ovvero Collin Peterson e Jeff Van Drew. Secondo quanto riporta il New York Times, tra i dem ci sono 217 voti a favore, un indeciso e 13 che non si sono espressi: tra loro anche Tulsi Gabbard, candidata alla Casa Bianca.
IMPEACHMENT TRUMP, IN MIGLIAIA IN PIAZZA CONTRO IL TYCOON
Accusato di abuso di potere e ostruzione del Congresso, Donald Trump ha continuato a respingere le accuse mosse nei suoi confronti ed è fiducioso di superare anche l’ostacolo dell’impeachment. Il tycoon deve però fare i conti con le vibranti proteste in corso in tutti gli Stati Uniti: migliaia di persone in piazza per dire sì alla messa in stato d’accusa, in sostegno ai democratici. Da Boston a New York, giovani e anziani in campo per dire basta a Trump: «Il regime Trump/Pence deve essere smantellato» e «Mettere in stato di accusa Trump e rimuoverlo», alcuni dei cartelloni agitati a New York, come riporta Rai News. Manifestazioni in corso anche a Charlotte e Philadelphia, ma il fenomeno si estenderà in tante altre città. A Houston, Texas, è stata organizzata una manifestazione davanti all’ufficio del senatore repubblicano Ted Cruz. Grande mobilitazione anche sui social network, numerosi hashtag in trend topic: #ImpeachTrumpNow, #ImpeachmentEve e #ImpeachmentAndRemove.