«Il governo ha fatto grandi cose per il nostro settore. La scelta di prolungare il bonus fiscale fino al 31 dicembre 2014 è una risposta notevolmente positiva». Non nasconde la sua soddisfazione Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, dopo che la legge di stabilità ha confermato per un altro anno il bonus mobili che era stato introdotto quest’estate. Di ritorno dalla Russia, dove ha partecipato all’evento ISaloni WorldWide Moscow il cui scopo è fare incontrare le imprese italiane con i clienti russi, Snaidero analizza le misure contenute nella manovra dando voce agli umori spesso troppo poco ascoltati dell’economia reale.
Snaidero, come valuta nel complesso la legge di stabilità?
Il consiglio dei ministri ha accolto le nostre richieste in maniera totale, e ne avevamo bisogno. Tutto è migliorabile a questo mondo, ma per la situazione nella quale ci troviamo si tratta di un bel passo avanti. Quindi il mio giudizio sul governo attuale è positivo. La legge di stabilità aumenta le deduzioni per incentivare la capitalizzazione delle società.
È una misura che può essere di aiuto agli imprenditori?
Questo è chiaro. L’intero settore del legno e arredo è composto in stragrande maggioranza da piccole imprese che hanno una grande necessità di avere un rapporto migliorabile con gli istituti bancari. Dobbiamo fare questo.
Anche il fondo di garanzia per le pmi, a sua volta inserito nella manovra, può andare in questa direzione e sbloccare il credito?
Me lo auguro, soprattutto dopo che Basilea 3 è stata sospesa alla luce della situazione generalizzata. I depositi degli istituti bancari rispetto all’anno scorso sono cresciuti notevolmente, cerchiamo quindi di impiegarli per quelle imprese che possono dare un contributo sostanziale all’economia reale italiana.
Sul cuneo fiscale si poteva fare di più?
Il mio invito al governo è a rivedere questa parte della legge di stabilità, perché penalizza le aziende di fronte ai competitor stranieri. Non possiamo pensare di mantenere una tassazione così alta che crea dei problemi al nostro sistema economico. Il taglio del cuneo fiscale è troppo limitato, bisogna fare di più perché abbiamo delle sacche di sprechi pubblici enormi.
Eppure quando si tratta di individuarli si finisce sempre per litigare …
Le cito solo un caso che ho letto sulle agenzie: 400 medici di una cittadina nel Casertano ottenevano dei rimborsi sanitari su 6mila pazienti già deceduti. Noi imprenditori paghiamo le tasse fino in fondo, e non siamo disposti a transigere sulla connivenza che c’è dietro a fatti come questo. La sanità è un settore rispetto a cui si possono recuperare tantissimi soldi per destinarli alle imprese e risollevare l’economia reale.
Secondo lei, di quanti miliardi avrebbe dovuto essere il taglio del cuneo fiscale?
Non sono in grado di quantificarlo, ma il mio punto di riferimento è la competitività dei prodotti italiani all’estero. Il costo della manodopera in Italia è uno dei più alti che esistano al mondo. Ritengo che si debba cercare di risparmiare il più possibile per correggere questa stortura. Invece di mandare gli ispettori fiscali a controllare le barche nei porti, passiamo al setaccio i costi della sanità per tagliare le sacche di inefficienza.
In questa legge di stabilità non c’è più l’Imu sulla prima casa. Ciò può avere ricadute positive anche per il suo settore?
Se parliamo in termini egoistici, ben vengano tutte le misure che possono permettere lo sviluppo e la crescita del settore dell’arredamento. In tutto il mondo però si paga un’imposta sulla prima casa, e quindi se ero contrario a un’Imu eccessivamente gravosa nello stesso tempo non ho condiviso la sua completa abolizione.
(Pietro Vernizzi)