Il mese scorso, un gruppo di 120 futuri ingegneri dell’Università di Genova e del Politecnico di Milano si è recato in visita al cantiere delle “ex Poste” di Pavia, praticamente un laboratorio sperimentale per l’edilizia in legno, ormai pronto per ospitare spazi commerciali, uffici e altre attività terziarie. A fare da guida fare c’era Claudio Giust, Presidente del gruppo Case ed Edifici a Struttura di Legno di Assolegno, nonché presidente di La Edilegno, la società che ha realizzato l’intervento. Con lui, oltre al sindaco Alessandro Cattaneo, c’era anche il console commerciale austriaco, Michael Berger, che proprio in quell’occasione ha rivelato in anteprima che nel padiglione dell’Austria all’Expo 2015 verrà allestito un vero e proprio bosco su scala reale. Proprio l’Austria è il fornitore di tutto il materiale impiegato per realizzare la struttura in legno del palazzo. Si, perché dall’Italia gli alberi vanno in Austria dove vengono trasformati in travi, pannelli e pareti che servono per il montaggio di strutture di questo tipo. Giust non ha dubbi: «Quel cantiere – spiega in questa intervista al Sussidiario – segnerà certamente un passaggio decisivo verso un utilizzo sempre più massiccio della tecnologia legata a questo materiale».
Di recente ha guidato un gruppo di studenti in visita a uno dei cantieri più innovativi d’Italia. Può dirci com’è andata?
È stata, a mio avviso, un’occasione molto importante per far incontrare il mondo della scuola e quello del lavoro. Solo un esempio, che tuttavia dimostra la volontà di aziende come la nostra di investire sul futuro, avvicinando gli studenti al mondo del legno e facendogli toccare con mano realizzazioni che fino a pochi anni fa sembravano utopistiche.
Cos’ha di speciale quel cantiere?
Quello di Pavia è un enorme cantiere totalmente in legno: 16mila metri cubi su quattro piani da 1.100 metri quadri che ospiteranno spazi commerciali, uffici e altre attività terziarie. Per realizzare l’opera sono stati impiegati oltre 1000 mc di legno in poco più di tre mesi. Quella costruzione segnerà certamente un passaggio decisivo verso un utilizzo sempre più massiccio di questo materiale per le costruzioni.
Cos’ha detto a quei giovani?
Vedendo un’aria un po’ esterrefatta sul viso di qualche studente, ho domandato: “Voi vi chiederete quanti alberi abbiamo tagliato”.
Parecchi, è così?
In effetti, per ottenere una quantità di legno così grande, ne abbiamo tagliati tanti. Ma tagliando quei mille metri cubi di legno, abbiamo eliminato anche mille metri cubi di CO2. In questo modo il carbonio l’abbiamo stoccato nelle pareti dell’edificio e abbiamo liberato ossigeno piantando, per ogni metro cubo di legno, due nuovi alberi che produrranno più ossigeno di quelli vecchi che abbiamo tagliato. Purtroppo non pensiamo mai a una cosa.
Quale?
Che in Italia il 75% degli alberi è vecchio. Bisogna tagliarli perché sono saturi e non producono più ossigeno. Ogni 10 secondi di crescita naturale gli alberi producono un volume di legno pari a tutto quello che abbiamo utilizzato per costruire l’edificio del cantiere. È evidente il vantaggio che si ottiene eliminando alberi saturi e piantando alberi nuovi che restituiranno all’aria molto più ossigeno di quelli tagliati. Per molti anni invece è prevalsa l’idea che l’utilizzo del legno corrispondesse alla distruzione di boschi e foreste. In realtà non è così. Al contrario, l’utilizzo del legno fa sì che si dedichi cura e attenzione a boschi e foreste e si tenga pulito anche il sottobosco.
Cosa hanno visto gli studenti?
Hanno visitato l’intero edificio, osservando da vicino le strutture in x-lam e platform frame ancora completamente a “nudo” e facendo domande ai tecnici presenti. Era l’ultimo giorno che si poteva vedere la struttura che reggerà l’intero palazzo; il giorno successivo, infatti, il legno è stato coperto dalle pannellature. Durante il sopralluogo gli studenti hanno potuto constatare che all’interno dell’edificio, anche in una giornata torrida come quella, il caldo è estremamente contenuto.
Altro fattore che spinge l’utilizzo del legno è la rapidità dei tempi di consegna. A Pavia cosa è successo?
È vero, a oggi, nessun’altra tecnologia consente tempi di realizzazione così rapidi. A Pavia il permesso a costruire è stato dato a gennaio; in sei mesi la struttura del palazzo è praticamente finita. Per darle un’idea: a fine febbraio la struttura di quattro piani era arrivata al tetto. Ma c’è anche un altro dato rilevante.
A cosa si riferisce?
Al risparmio energetico che è notevole e contribuisce anch’esso a migliorare l’ambiente. È un segnale importante che lasciamo in eredità alle generazioni future, augurandoci che proseguano su questa strada.