«Le due stelle polari della nostra economia, manifattura e commercio al dettaglio, registrano una fiducia in aumento. È un dato che ci fa capire che possiamo aspettarci un 2015 positivo anche per l’occupazione». Lo evidenzia il professor Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, commentando gli ultimi dati Istat sul clima di fiducia delle imprese. A emergere è una situazione complessivamente stabile, con il mese di dicembre che registra un dato pari a 87,6, dove il valore base pari a 100 indica la fiducia a livelli pre-crisi nel 2005. Guardando però i dati complessivi emerge che mentre manifattura e commercio al dettaglio hanno una tendenza in aumento, le costruzioni trascinando verso il basso la media generale.
Come valuta il dato sulla fiducia delle imprese che a dicembre è rimasto fermo?
A parte le costruzioni che continuano a essere negative, abbiamo il manifatturiero in recupero costante e soprattutto un balzo della fiducia delle imprese nel commercio al dettaglio. Quest’ultime dopo la brusca flessione di settembre registrano un costante recupero in ottobre e novembre e una forte crescita in dicembre.
Il merito è della grande distribuzione o dei negozi tradizionali?
Nella grande distribuzione tra novembre e dicembre l’indice è aumentato di dieci punti, ma anche la distribuzione tradizionale non è andata male perché è passata da 101 a 104. Nella grande distribuzione inoltre l’indice relativo alle scorte crolla da 7 a 1, e ciò indica una tensione di domanda abbastanza interessante. Anche le attese sulle vendite nella grande distribuzione hanno avuto un balzo formidabile da 19 a 31.
Per l’economia italiana si tratta di un miglioramento significativo?
È un miglioramento molto interessante perché già nel terzo trimestre per la prima volta si era avuto un aumento dell’occupazione nel settore dei servizi. Sempre nel secondo e nel terzo trimestre la manifattura risultava in crescita rispetto ai corrispondenti trimestri del 2013. Se anche il commercio comincia a migliorare, noi potremo avere finalmente un’inversione significativa dei dati occupazionali. Commercio al dettaglio e manifatturiero sono le due stelle polari che possono darci un’idea di che cosa sta succedendo in questo momento.
Come spiega la crescita della fiducia nel commercio?
La fiducia nel settore delle vendite al dettaglio è in gran parte legata a due fenomeni: la caduta del prezzo del petrolio che dà più potere d’acquisto alle famiglie e il bonus da 80 euro. Se si mettono insieme le due componenti, le persone si trovano ad avere quasi 150 euro in più come possibilità di spesa. Nel caso di famiglie dove ci sono due lavoratori che percepiscono gli 80 euro, i risparmi e le possibilità di andare a spendere queste somme diventano più cospicui.
Allora perché il dato complessivo rimane stazionario?
Il clima di fiducia delle imprese è fortemente debilitato dal crollo delle costruzioni che rimane il nostro vero tallone d’Achille, sia per la mancanza di investimenti pubblici sia per la debolezza del mercato immobiliare. In ottobre l’indice delle costruzioni era a quota 77, in due mesi è sceso di 5 punti trascinando verso il basso l’intera dinamica della fiducia complessiva.
Il ministro Pier Carlo Padoan ha presentato l’investment compact. Lei che cosa ne pensa?
Le indicazioni di intervento a favore delle Pmi, per l’innovazione e la ricerca, nonché per snellire le procedure giudiziarie che possono riguardare gli investitori esteri vanno tutti nella direzione che è stata delineata in questi mesi dal governo Renzi. Non sono cioè iniziative di cui si parla soltanto nelle interviste ai giornali, ma anche con le stesse imprese. Gli incontri dell’esecutivo con settori industriali e con rappresentanze di importanti multinazionali straniere hanno lanciato il messaggio che il nostro consiglio dei ministri farà di tutto per rendere più certe le nostre procedure operative.
Perché si tratta di un punto importante?
Perché quello che è emerso è una grande difficoltà ad avere una capacità previsionale certa sui propri investimenti. Gli imprenditori vogliono sapere che cosa rischiano e che cosa possono guadagnare se investono, nonché quanti soldi possono perdere in caso di una “grana” giudiziaria. Il fatto di poter dare delle risposte a degli stranieri che sono affamati di certezze è certamente un sentiero cruciale da percorrere, per rendere più flessibile il fatto di assumere in Italia anziché in altri Paesi dove queste certezze sono maggiori.
(Pietro Vernizzi)