Sono belle notizie quelle che escono dall’Assemblea Annuale di Federmacchine, la federazione delle associazioni dei produttori di beni strumentali, tenutasi ieri in Villa Campari a sesto San Giovanni: nel 2014 infatti la produzione italiana di beni strumentali si è attestata a 36,7 miliardi di euro, segnando un positivissimo +4,9% rispetto all’anno precedente, pur rimanendo in un momento di crisi. Il grande risultato è stato spiegato alla platea dell’Assemblea come risultante della positiva performance delle esportazioni ma anche dalla ripresa delle consegne sul mercato interno che è finalmente tornato ad investire in beni strumentali, con tutto il guadagno in termini di fatturato e innovazione che questo settore attendeva da anni. Il consuntivo è stato presentato dal Presidente stesso di Federmacchine, Giancarlo Losma, nel cui discorso ha citato il consuntivo dei dati elaborati dal Gruppo Statistiche della federazione che parlano chiaramente: deciso incremento della produzione, con il dato citato all’inizio, che rispecchia il positivo andamento dei 13 settori che fanno capo alla federazione e che hanno incredibilmente tutti registrato un aumento del loro fatturato. Addirittura, nell’anno appena concluso la domanda di beni strumentali nel nostro paese ha toccato il +10,8% rispetto al 2013 con ben 17,3 miliardi di euro di guadagno netto.
Altri dati interessanti riguardano la ripresa interna rispetto alle esportazioni: con la ripresa generale del mercato italiano, i costruttori hanno riorientato parte della loro offerta riducendo la quota di produzione destinata all’export (risultata nel 2014 pari al 71%, -2% rispetto all’anno precedente); da questo si può evincere come finalmente col mercato interno che torna a funzionare possiamo non essere totalmente dipendenti dall’estero ma si può tornare ad un antico e sano equilibrio. Il mercato delle esportazioni rimane comunque molto attivo, con i principali mercati di sbocco che si attestano in questo modo: Germania (2,9 miliardi €), Stati Uniti (2,4), Cina (2miliardi) e Francia (1,7). Proprio riconnettendosi a queste indicazioni rispetto al mercato estero, interessante è stato a a margine dell’assemblea l’incontro con l’economista Marco Fortis che ha presentato il suo ultimo lavoro incentrato su “L’Europa tra ripresa e squilibri – Eurozona, Germania e Italia”.
«I numeri del 2014 ci restituiscono la fotografia di un settore vivace che ha saputo resistere alla crisi e che ora coglie i benefici della ripresa del consumo italiano certamente favorita dall’introduzione della Nuova Legge Sabatini, già rifinanziata per tutto il 2015 e dal bonus macchinari, purtroppo scaduto il 30 giugno», queste le parole del presidente Losma durante l’assemblea. Ha poi continuato trattando del tema delicato del mercato interno italiano, dove occorre secondo lui che gli organi di governo con misure adatte alla ripresa rilancino i nostri principali indicatori anche in questo 2015. In particolare Losma chiede che «per sostenere la domanda e soprattutto assicurare il mantenimento di competitività all’industria manifatturiera italiana, dovrebbe essere prevista una misura di incentivi alla sostituzione volontaria di macchinari obsoleti». In questo modo i nuovi sistemi di produzioni potrebbero attivarsi nelle nuove esigenze di produttività globali, con risparmio energetico e rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro che l’Europa oggi richiede. Complementare a questo, Federmacchine richiede alle istituzioni «la liberalizzazione degli ammortamenti dei beni strumentali acquistati e la revisione dei coefficienti di calcolo degli stessi, fermi al 1988».
Ha poi concluso Losma citando anche la problematica relativa alle attività all’estero: «sul fronte estero, ambito nel quale i costruttori italiani ripongono le maggiori aspettative, insistiamo nel riproporre un ulteriore abbattimento dell’ che preveda una riduzione della base imponibile, per la sola parte relativa al costo del lavoro, per una quota parti al rapporto export/produzione generata dall’azienda, in modo da stimolare le imprese ad impegnarsi sempre più nell’attività di internazionalizzazione». Insomma, speranza e rilancio, produzione ed incentivi: tra proposte e tematiche già vinte, il lavoro e la strada sono già segnata, non resta che batterla al meglio possibile. Ed è questo l’auspicio di Federmacchine anche per questo – decisivo a livello di rilancio dell’intera economia – anno 2015.