Con 400 imprese e un valore della produzione che sfiora i 6 miliardi di euro, l’industria italiana costruttrice di machine utensili, robot e automazione recita un ruolo di primo piano nel panorama internazionale ove occupa il quarto posto nella graduatoria di produzione e il terzo in quella di export. D’altra parte, il settore rappresentato da Ucimu-Sistemi per produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, ha un valore economico ancora più alto per il sistema paese Italia: esso, infatti, concorre al Pil nazionale per ben 7,2 miliardi di euro considerando, oltre alla produzione di macchine, la produzione di parti, utensili, controlli numerici e i servizi alle macchine. Elevatissimi standard tecnologici, flessibilità, forte personalizzazione dell’offerta e attenzione al servizio post vendita, sono le caratteristiche che contraddistinguono l’offerta italiana di sistemi di produzione che da sempre è apprezzata dagli utilizzatori di tutto il mondo.
Secondo i dati elaborati dal Centro Studi e Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per produrre, nel 2015, l’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione ha esportato circa il 65% del totale prodotto pari a quasi 3,5 miliardi di euro. Primo mercato di destinazione dell’offerta italiana sono risultati gli Stati Uniti, che hanno acquisito macchine made in Italy per un valore pari a circa 400 milioni di euro, il 5,1% in più rispetto all’anno precedente. In particolare, nel 2015 (dato relativo al periodo gennaio-novembre), il 64% dell’export destinato agli Stati Uniti era rappresentato da macchine lavoranti con tecnologia a asportazione la cui richiesta è risultata di un terzo più alta rispetto all’anno precedente.
La missione Usa e l’incontro con Renzi
“Questi dati – afferma Luigi Galdabini, presidente Ucimu – dimostrano l’apprezzamento dei clienti americani, da sempre tra i più esigenti e severi, in termini di qualità del prodotto e cura del servizio ricercati, per l’offerta proposta dai costruttori italiani, terzi nella classifica dei fornitori Usa”. L’intesa tra gli operatori dei due paesi è d’altra parte testimoniata dalla presenza sempre numerosissima di imprese italiane a IMTS manifestazione di riferimento per il settore che si tiene ogni due anni a Chicago e viene ulteriormente confermata con l’evento speciale “I³ Impact. Innovate. Integrate.” organizzato da Ministero Sviluppo Economico, Ice-Agenzia, Confidustria e Ucimu in occasione della visita del presidente del Consiglio Italiano, Matteo Renzi, nella capitale dell’Illinois.
Di fronte alla platea costituita da circa 200 ospiti tra istituzioni, media e utilizzatori dei principali settori, dall’automotive all’aerospace, dall’energia all’oil & gas, i costruttori italiani hanno illustrato tendenze di sviluppo, soluzioni specifiche e sfide per il prossimo futuro messe in campo dall’industria italiana rispetto al mercato statunitense. Partner delle imprese italiane che intendono svolgere la propria attività di internazionalizzazione, Ucimu opera quale ambasciatore del made in Italy nel mondo, intessendo e consolidando relazioni con le istituzioni internazionali e sviluppando iniziative volte alla promozione dell’industria italiana di settore. Fa parte di questa attività, l’iniziativa I³.Impact.Innovate.Integrate.
Export di macchine utensili: l’Istat certifica i progressi 2015
I dati di commercio estero a dicembre 2015 ISTAT ha diffuso i dati sul commercio di macchine utensili relativi a gennaio-dicembre 2015. Nel corso dell’anno le esportazioni e le importazioni di macchine utensili crescono, le ultime a ritmi molto elevati. Le esportazioni totali segnano un +4,1% rispetto al 2014, sfiorando i 3.200 milioni di euro. Primo mercato di sbocco sono gli Stati Uniti (+5,1%, 389 milioni), davanti alla Germania (+11,1%, 373 milioni), alla Cina (-6,8%, 339 milioni) e alla Francia (+24,8%, 182 milioni). Le importazioni complessive sono aumentate del 34,2%, per un valore vicino a 1.200 milioni di euro. Forte crescita dell’import dalla Germania (+49,5%, 358 milioni), dal Giappone (+19%, 106 milioni) e dalla Corea del Sud (+27,1%, 105 milioni). Le vendite all’estero di macchine a asportazione, pari a 1.844 milioni, aumentano del 7,2%. Prima posizione per gli USA (+26,4%), davanti alla Cina (-10,7%) e alla Germania (+15,2%). A seguire troviamo Francia e Russia. Le importazioni del comparto crescono (+34,7%), a poco meno di 1.020 milioni. Al primo posto gli acquisti dalla Germania (+50,3%), poi dal Belgio (+19,5%) e dalla Corea del Sud (+27,7%). Statiche le esportazioni di macchine a deformazione (+0,2%), che si attestano a 1.355 milioni di euro. Calano le vendite negli Stati Uniti (-19%); crescono di poco quelle in Germania (+4,5%) e Cina (+4,4%). Molto bene Polonia, Francia e Regno Unito. In crescita le importazioni del comparto (+30,9%), pari a 175 milioni di euro. Primo fornitore è la Germania (+45,1%), seguita da Francia e Austria.