Prosegue il trend positivo degli ordini di macchine utensili. Nel primo trimestre del 2016, l’indice elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, ha registrato infatti un incremento del 14,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il risultato complessivo è stato determinato principalmente dagli ottimi riscontri ottenuti sul mercato italiano; positiva anche la risposta dei mercati stranieri. In particolare l’indice degli ordinativi raccolti sui mercati esteri è risultato in crescita dell’1,7% rispetto al periodo gennaio-marzo 2015. Decisamente più rilevante l’incremento della raccolta ordini interni, risultati in crescita del 31,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si allunga così a undici trimestri consecutivi il trend positivo registrato dai costruttori sul mercato italiano.
Luigi Galdabini, presidente Ucimu-Sistemi per produrre ha dichiarato: “in questi primi mesi dell’anno, prende vigore e torna a crescere in modo deciso la domanda di macchine utensili dopo il lieve rallentamento cui avevamo assistito nella fase finale del 2015. Tutto ciò conferma la disponibilità a investire da parte degli utilizzatori soprattutto italiani. In questo senso, la debolezza della fine dello scorso anno è ragionevolmente da imputare alla volontà degli utilizzatori di prendere tempo per ragionare su quali investimenti effettuare rispetto a ciò che si era visto a Emo Milano 2015, la mondiale che si è tenuta a ottobre”. “D’altra parte – ha continuato Luigi Galdabini – le misure messe in campo dalle autorità di governo per sostenere questo “nuovo corso dell’economia reale” hanno certamente contribuito a consolidare quella che all’inizio sembrava solo una debole inversione di tendenza”.
“Oltre alla Nuova legge Sabatini, il Superammortamento sta dando buoni frutti anche se sicuramente inferiori alle sue potenzialità che potrebbero invece essere sfruttate pienamente con un minimo intervento di perfezionamento della misura. In particolare – ha continuato Galdabini – riteniamo che la scadenza fissata al 31 dicembre 2016 debba riguardare la raccolta dell’ordine accompagnato da bonifico di acconto, e non la consegna del macchinario che dovrebbe essere spostata al 30 giugno 2017. La separazione delle scadenze è motivata dal fatto che il tempo di realizzazione di un macchinario è generalmente stimato intorno ai 5-6 mesi. Posticipando il termine di consegna del macchinario – ha sottolineato Galdabini – si rende il provvedimento effettivamente valido per tutta la durata prevista, senza portare aggravio al bilancio statale che vedrebbe solo traslata nel tempo parte delle entrate legate all’operazione”. Inoltre, pur riconoscendo la validità di queste misure congiunturali occorre prevedere interventi strutturali volti a stimolare e sostenere il ricambio dei sistemi di produzione nelle imprese italiane, unica via per assicurare prospero futuro alla manifattura del paese. A questo proposito sarebbe utile prevedere la liberalizzazione delle quote di ammortamento, attraverso cui il macchinario acquistato può essere ammortizzato in tempi più brevi. La misura oltre a incentivare nuovi acquisti, di fatto, non presenta costi a carico dello Stato che vedrebbe soltanto traslata nel tempo l’entrata di cassa. Se non fosse possibile, occorre prevedere almeno l’aggiornamento dei coefficienti di ammortamento fermi ancora al 1988”.
“Detto ciò – ha concluso Galdabini – la modalità più adeguata per contrastare l’invecchiamento delle macchine utensili è l’adozione di un sistema di incentivi alla sostituzione volontaria dei macchinari obsoleti con nuove tecnologie progettate e realizzate secondo le nuove esigenze di produttività, risparmio energetico e rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro previste dall’Ue. Anche perché la recente indagine condotta da UCIMU su il parco macchine installato in Italia restituisce una fotografia davvero preoccupante del manifatturiero del paese dotato di mezzi di produzione con un’età media vicina ai 13 anni: il peggior risultato degli ultimi quaranta anni”.