“Non dobbiamo avere timori, dobbiamo riprendere in fretta a lavorare con l’Iran”. Massimo Carboniero, vicepresidente di Ucimu e coordinatore del Gruppo di Marketing Strategico dell’associazione italiana dei produttori di macchine utensili, ha voluto un meeting dal programma densissimo sul “nuovo Iran”.
Il seminario – tenutosi presso il quartier generale milanese dell’Unione – ha visto una sequenza serrata di esperti e testimoni: non ultimo l’inviato del Sole 24 Ore Alberto Negri, da trent’anni “insider” nell’Iran fra l’involuzione islamista, la guerra con l’Iraq di Saddam, l’aggrovigliarsi delle crisi mediorientali fra petrolio, dispute politiche e dinastiche, radicalismi religiosi. Fino agli accordi del luglio del 2015, quando l’Iran è ritornato parte della comunità internazionale con tutte le potenzialità che Carboniero ha subito sintetizzato. “Un paese la cui età media è 28 anni, atteso nel 20150 a quota 150 milioni di abitanti; una società scolarizzata e un’economia ricca di materie prime, ma anche di progetti infrastrutturali da completare e di buone basi industriali, ad esempio nell’automotive”.
In Iran bisogna andare, ha detto Carboniero ricordando che Ucimu ha partecipato alla missione-Paese dello scorso febbraio. Con Teheran bisogna alzare il tenore del dialogo: “Vogliamo che ci siano al Bimu di Milano, in ottobre”. Con l’Iran bisogna re-imparare in fretta a fare business. Ed è per questo che il GMS Ucimu ha riunito a Milano due “scout” residenti da anni a Teheran come Luca Miraglia e Matteo Raffin di Quarkup Group, partner di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano. E poi: Katia Morichetti di Easyfrontier, Davide Vallero (Studio Impex) sulle disposizioni Mise sui beni “dual use”; Giovanni Forcati della Popolare di Vicenza sull’operatività bancaria post-embargo e Alessia Lordi della Sace sulla strumentazione di assicurazione crediti sul mercato iraniano.Un giro d’orizzongte completo su tutti gli “stati dell’arte” regolamentari, finanziari, commerciali tornagti improvvisamente indispensavili anche al made in Italy Ucimu.
“L’Iran non è un mercato nuovo per l’Italia e per l’Europa”, hanno sottolineato in particolare gli esperti di Quarkup. “Goldman Sachs, prima che venissero decretate le sanzioni, aveva inserito l’Iran fra i Next Eleven, con alto potenziale di sviluppo. Poi è stato a lungo sull’orlo di una nuova guerra, ma oggi può paradossalmente rendersi molto competitivo sul piano geo-economico” . Il quinquennio di sanzioni non ha solo penalizzato il paese colpito (crollo dell’export di greggio, inflazione e svalutazione): fra i “vinti” ci sono stati anche i paesi.guida dell’Ue-28: Francia (-70%), Italia (-62%) e Germania (-57%) hanno lasciato sul campo quote di mercato-esport importanti e consolidate nel tempo a beneficio di Cina, India, Turchia, Emirati (come piazza offshore utile a triangolazioni).
All’alba di una nuova era l’Iran è un paese in recessione, ma ricco di petrolio, gas eminerali non privo di driver importanti per un futuro ciclo espansivo: è il 14esimo produttore al mondo di siderurgia con un’edilizia che vale 5% del Pil. La missione del governo di Tehheran è chiaramente delineata: sviluppare l’industria (che può contare su un basso costo dell’energia) per ridurre la dipendenza dall’export petrolifero. Ma quali sono le opportunità offerte ai produttori italiani di macchine utensili? C’è un solo grande produttore (la MST di Tabriz) e un canale distributivo sviluppato, ricco di operatori interessati all’ampliamento della gamma attraverso accordi con produttori europei, mentre gli agenti lamentano un calo delle vendite e un orientamento ai servizi post-vendita.
Il mercato iraniano della macchina utensile è comunque in crescita (da 94 a 134 milioni di euro fra 2014 e 2015. L’Italia resta un importante fornitore (6,1%) ma sembra al momento faticare a tenere le posizioni: sia rispetto al ritorno della Germania, sia rispetto alla tenuta dei giganti asiatici. Di qui la proposta di una “Piattaforma Iran ” : un vero e proprio “percorso guidato” nel nuovo mercato che Quarkup ha messo punto per rendere più numerose le nuove opportunità commerciali per il Made in Italy delle macchine utensili, ma soprattutto per alzare il “tasso di vittoria” di ogni gara cui un’impresa italiana deciderà di concorrere.
Clicca qui per la presentazione Ucimu all’Iran con la collaborazione di Promos e Quarkup