È decisamente positivo il bilancio 2015 dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione che ha registrato incremento per tutti i principali indicatori economici: crescono produzione, consumo, consegne sul mercato interno e export. “La ripresa nel nostro settore è arrivata ma abbiamo ancora molto da fare “ha detto ieri il presidente di Ucimu-Sistemi per produrre, Luigi Galdabini, alla sua ultima assemblea annuale. “Oxford prevede che nel 2016 il giro d’affari in Italia aumentarà più della media europea: ma non dimentichiamo che la Banca d’Italia continua a mettere in guardia su un miglioramento del ciclo estremamente frammentato per segmenti, aree geografiche, dimensioni aziendali”.
L’industria italiana ha in ogni caso rafforzato la quarta posizione nella graduatoria mondiale dei produttori e si è confermata terza nella classifica degli esportatori. In particolare, nel 2015, la produzione, cresciuta del 7,8%, si è attestata a 5.217 milioni di euro. Il risultato è stato determinato sia dal positivo andamento delle consegne dei costruttori salite, del 15,3%, a 1.830 milioni, sia dalla ripresa delle esportazioni, tornate a crescere dopo due anni di arretramento, a 3.387 milioni, il 4,1% in più rispetto al 2014. Il dato certamente più evidente, e confortante, è però relativo al consumo italiano che cresce, per il secondo anno consecutivo, in modo deciso, confermando la ripresa degli investimenti in sistemi di produzione anche nel nostro paese. Con un incremento del 22,3%, il consumo si è attestato a 3.348 milioni di euro.
Questo, in sintesi, il quadro 2015 illustrato dal presidente Luigi Galdabini, questa mattina, in occasione dell’annuale assemblea dei soci Ucimu-SsistemiISTEMI PER PRODURRE, cui sono intervenuti gli economisti Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis chiamati a confrontarsi sul tema Riforme, Ripresa, Rilancio – Europa e Italia. Il positivo andamento dell’industria italiana di settore troverà conferma anche nel 2016, come emerge dai dati di previsione elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu. In particolare, nel 2016, la produzione salirà, del 5,3%, a 5.495 milioni di euro. Il consumo si attesterà a 3.535 milioni di euro, il 5,6% in più rispetto all’anno scorso, trainando sia le consegne dei costruttori, attese in crescita del 3,6% a 1.895 milioni, sia le importazioni (+8%). L’export crescerà, del 6,3%, a 3.600 milioni, tornando dunque sui livelli record registrati dal settore. Il rapporto export su produzione, ridimensionatosi nel 2014 per effetto della ripresa della domanda italiana, si attesterà al 65,5%.
Con riferimento ai mercati di sbocco del made in Italy settoriale, nel 2015, gli Stati Uniti sono risultati il primo mercato, seguiti da, Germania, Cina, Francia, Russia, Polonia, Regno Unito. L’ultima rilevazione disponibile, relativa al periodo gennaio-marzo 2016, vede la Germania alla guida della graduatoria delle aree di destinazione (+11,9%). Seguono: Stati Uniti (+13,6%), Cina (-20,1%), Francia (+40,4%), Polonia (+34,7%), Messico (+56,4%). Galdabini, presidente uscente Ucimu,ha rilevato: “I dati elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu, relativi al 2015, restituiscono una fotografia certamente positiva per l’industria italiana costruttrice di macchine utensili.La crescita dell’export sommata alla ripresa del consumo domestico sono sicuramente ottimi risultati, non soltanto per il ritorno economico che ne deriva ma anche e soprattutto perché questa tendenza dimostra che le nostre aziende sono oggi in grado di produrre almeno quanto producevano prima della crisi”. “Tutto questo non significa, però, che i problemi siano alle spalle. Al di là delle condizioni di instabilità del contesto nel quale ci troviamo a operare, ciò che ci deve preoccupare maggiormente è la situazione del manifatturiero italiano, la cui competitività è pesantemente arretrata negli ultimi anni a causa della crisi”.