Impresa 4.0, Stirpe mette in dubbio le mosse del governo. Il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, è intervenuto presso il convengo di Legacoop sul “Lavoro dell’uomo al tempo delle macchine”, esprimendo i propri dubbi in merito alla manovra di bilancio che il governo sta per varare e alle novità introdotte per Impresa 4.0, il programma di sviluppo che prevede incentivi per le aziende che vogliono automatizzarsi e “connettersi”. Secondo il numero due degli industriali, il piano Impresa 4.0 verrà depotenziato «rispetto all’impianto della precedente legge finanziaria – le parole riportate da IlSole24Ore.it – il governo farebbe bene a rivedere la scelta riconfermando in blocco i provvedimenti». Stando a quanto sostiene Stirpe, che invoca un cambio di rotta, «va riconfermato il credito d’imposta per la formazione che è un gravissimo errore togliere perché Impresa 4.0 è collegata al concetto di formazione e riqualificazione professionale, bisogna riuscire a cogliere le opportunità insite in questo grosso processo di cambiamento, oppure invece di dominarlo lo subiremo con conseguenze economiche e sociali drammatiche».
IMPRESA 4.0, STIRPE METTE IN DUBBIO LE MOSSE DEL GOVERNO
Una denuncia, quella di Stirpre, che arriva a seguito dell’eliminazione dalla legge di bilancio di due questioni importanti. Prima di tutto, non vi è spazio per il superammortamento, l’incentivo fiscale per acquistare beni materiali nuovi strumentali, e inoltre, come anticipato già dallo stesso vice-presidente di Confindustria, il credito di impresa sulla formazione alle tecnologie 4.0. Sulla questione ha detto la sua anche Mauro Lusetti, presidente di Legacoop nazionale, anch’egli critico nei confronti delle novità: «C’è un’attenzione del governo minore rispetto al passato, noi chiediamo di recuperarla, anzi di raddoppiarla, perché si tratta di misure importanti per le imprese e soprattutto per la creazione di lavoro». Infine il pensiero di Vincenzo Colla della Cgil: «Si deve riconfermare l’impegno di risorse su Impresa 4.0 a partire da quelle per la formazione. Abbiamo bisogno di dare una risposta al deficit di produttività investendo di più». Secondo il sindacalista, l’Italia è in ritardo sull’innovazione e così facendo si rischia una forte riduzione della capacità produttiva.