L’Italia vanta il miglior modello di inclusione scolastica d’Europa. E’ questo quanto emerge da una ricerca realizzata dall’Osservatorio dei Conti pubblici italiani, che sottolinea come l’inclusione sia totale nel nostro Paese, e solo Portogallo, Spagna e Grecia possono vantare qualcosa di simile. La scuola del BelPaese è riconosciuta quindi a livello europeo come un esempio da seguire, grazie alla possibilità di far studiare tutti gli studenti allo stesso modo, anche chi ha delle disabilità, attraverso l’inserimento nelle classi comuni, quindi insieme a tutti gli altri alunni, con l’aggiunta di tutor e insegnanti di sostegno dedicati.
Nessuno deve essere lasciato indietro e questo è di fatto il leit motiv dell’istruzione dell’Italia, da nord a sud del Paese. Tenendo conto del tempo in cui un alunno con disabilità si considera “incluso” e quindi che passa con i suoi compagni senza disabilità, l’Italia è in vetta in assoluto, con il 97% degli studenti che vengono considerati appunto inclusi. Leggermente peggio fa il Portogallo con l’87 per cento, quindi si scende all’85 per cento in Grecia e poi la Spagna con l’83 per cento.
INCLUSIONE SCOLASTICA, ITALIA IN VETTA: I DATI DEGLI ALTRI PAESI
Giusto per rendere meglio l’idea, basta fare il confronto con altre nazioni dove non vi è l’inclusione scolastica italiana, come ad esempio la Germania, dove solo poco più della metà, il 52 per cento, dei ragazzi disabili, è iscritto a scuole “normali”. In Francia il numero è senza dubbio più alto, l’87%, ma i ragazzi diversamente abili passano il tempo nelle classi comuni sono al 43%.
Va ancora peggio in Danimarca, nazione nordica, spesso e volentieri prese a riferimento per il loro stile di vita, dove solo il 9 per cento degli studenti disabili è incluso per almeno l’80% del tempo insieme agli altri alunni. Un modello assolutamente unico quello della scuola italiana, che spesso e volentieri è bistratta, ma che in realtà eccelle, come dimostrano appunto questi dati.
INCLUSIONE SCOLASTICA, ITALIA IN VETTA: GLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO
Il merito è anche del numero di docenti di sostegno, menzionati sopra, che in Italia è pari ad uno ogni due studenti disabili, quindi il rapporto è dello 0,5, mentre il Portogallo, la nazione che più si avvicina alla nostra, vanta un insegnante di sostegno ogni 13 studenti, quindi 7.258 su un totale di 93.242 alunni che presentano delle disabilità. In Italia inoltre c’è possibilità di aumentare il numero di insegnanti di sostegno qualora lo si renda necessario.
Infine un ultimo dato eloquente che rende merito all’inclusione scolastica dell’Italia, quello riguardante il livello di istruzione di quei ragazzi studenti che sono diversamente abili. In Italia quasi tre su dieci, precisamente il 29,5% dei giovani che hanno un’età compresa fra i 18 e i 24 anni, e che presentano una disabilità che sia lieve o grave, hanno il diploma di scuola superiore, mentre se si prende in considerazione la media europea, il dato scende al 22,5 per cento, quindi parliamo di esattamente sette punti percentuali in più.