Resta altissima la tensione fra India e Pakistan dopo gli attacchi degli scorsi giorni. Attualmente è in corso una sorta di “tregua” fra le due nazioni, che stanno riflettendo sulle prossime mosse, come riferisce la BBC, dopo gli attacchi aerei di mercoledì mattina sia nel Pakistan quanto nel Kashmir, ricordiamo, territorio quest’ultimo amministrato dai pakistani. Secondo quanto riferito sarebbero state colpite sei località, e Islamabad ha fatto sapere di aver abbattuti anche cinque jet indiani e un drone, anche se Delhi non ha confermato. I bombardamenti hanno purtroppo causato delle vittime, visto che sarebbero almeno 31 le persone assassinate, mentre quelle ferite sarebbero 57. Di contro l’India ha fatto sapere che gli indiani rimasti uccisi sarebbero 15, fra cui anche un membro dell’esercito, dopo i bombardamenti di risposta dei pakistani lungo la linea di controllo, quello spazio che divide il Kashmir dai Paesi vicini.
Secondo quanto riferisce l’esercito indiano, i bombardamenti starebbero continuando sempre sulla LoC, con scontri da ambo le parti. Sulla vicenda sono intervenuti anche i principali esponenti dei politici dei due Paesi, a cominciare dal primo ministro pakistano Shehbaz Sharif, che ha fatto sapere che la sua nazione ha risposto agli attacchi indiani, spiegando di aver distrutto 12 droni la scorsa notte, così come confermato anche dal portavoce dell’esercito pakistano, tenente generale Ahmed Sharif Chaudhry. I droni sarebbero stati abbattuti nelle località di Lahore, Gujranwala, Chakwal, Attock, Rawalpindi, Bahawalpur, Mianwali e Karachi, e dopo che un drone si è schiantato a terra nella provincia di Sindh, un uomo sarebbe rimasto ucciso mentre un altro si sarebbe ferito. Quattro invece i militari feriti a Lahore dopo che è stata presa di mira una installazione militare.
INDIA ATTACCA PAKISTAN, LE REAZIONI DEI DUE GOVERNI
Questa è stata una “risposta da parte nostra a loro”, ha commentato ancora il Primo Ministro pakistano in un discorso alla nazione, confermando quindi le voci subito dopo l’attacco indiano circa il fatto che i bombardamenti non sarebbero rimasti impuniti. L’India ha deciso di attaccare il pakistan dopo che si è verificato un attacco terroristico sul suolo indiano il mese scorto a Pahalgram, che ha causato la morte di alcuni turisti indiani, ma Islamabad ha negato qualsiasi coinvolgimento.
Una mossa che ha trovato il favore dei principali leader politici indiani, che hanno deciso di sostenere il governo, come ad esempio il presidente del Congresso, Mallikarjun Kharge, che parlando con ‘agenzia di stampa ANI ha fatto sapere che: “Noi tutti abbiamo dichiarato di sostenere il governo”. Per il capo del partito musulmano All India Majlis-e-Ittehadul, Asaduddin Owaisi, l’India “dovrebbe lanciare una campagna internazionale contro il Fronte della Resistenza (TRF)”, il gruppo militante che viene ritenuto appunto responsabile dell’attacco terroristico.
INDIA ATTACCA PAKISTAN, IL RACCONTO DEI PAKISTANI IN FUGA
Per Delhi il TRF sarebbe una copertura del Lashkar-e Taiba, un gruppo di terroristi (ufficialmente riconosciuti dalle Nazioni Unite) con sede in Pakistan. Nel frattempo la popolazione del Kashmir, territorio che è conteso da decenni dalle due nazioni, teme nuovi attacchi di conseguenza sta scappando dalle proprie abitazioni, visti i violenti bombardamenti transfrontalieri in corso. Sembra che gli attacchi tra l’altro siano iniziati già diversi giorni prima i bombardamenti aerei indiani, e a riguardo Islamabad non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
“Ho sentito un forte botto e sono corsa fuori con il mio bambino di un mese in braccio. Ero così spaventata”, il racconto alla BBC Sobia, una donna del posto. Simili le parole di Sufreen Akhtar, un’altra abitante del posto, che ha spiegato di essere fuggita da casa dopo che una granata è caduta vicino al cancello di casa: “Non siamo riusciti a prendere una macchina e abbiamo dovuto camminare per chilometri per raggiungere un posto sicuro. Ho pianto per tutto il tragitto, c’erano così tanti bombardamenti”.