Ines Orsini è l’indimenticabile attrice classe 1935, protagonista del film capolavoro su Maria Goretti del 1949. “E’ come se il martirio di Maria Goretti – ricorda oggi l’artista, intervistata dai microfoni de L’Osservatore – abbia prolungato, attraverso di me, solo per averla incarnata in Cielo sulla Palude (1949), di Augusto Genina, una sorta di tenace resistenza alla vita”. Ines Orsini aggiunge: “Ne ho passati di dolori e di disgrazie, ma sono ancora qui, integra come la luce che sprizza dall’anima, con una fede inattaccabile. Ed è questo il più grande miracolo che riconduco all’esperienza che ho fatto in tutti questi anni”. Un successo incredibile quello del film girato da Genina, forse quasi inaspettato: “L’aver interpretato Maria Goretti mi ha segnato profondamente, ma l’emozione vera e propria, dopo ovviamente quella di aver visto il film montato e musicato, l’ho avvertita negli anni successivi, incontrando la gente, in Italia, e in giro per il mondo, ricevendola dal pubblico che aveva apprezzato il film e dai devoti di Maria. Resto stupefatta ancora oggi quando rivedo questa pellicola e ho un ricordo nitido dello stupore di Genina, grande regista, nel vedermi recitare con estrema naturalezza, e avevo solo 14 anni!”.
Un aneddoto sulla famosa scena sul letto di morte: “Ricordo che la scena, sul letto di morte, quando Maria con un filo di voce dice di voler perdonare il suo carnefice Alessandro Serenelli, e di volerlo con lei un giorno in Paradiso, me la fecero ripetere moltissime volte, per la moglie di Genina ci teneva a far emozionare anche alcune sue amiche, che vollero assistere a diversi ciak. Era la scena clou, forse la più emozionante di un film che è tutto un concentrato di estrema emozione e poesia”.
INES ORSINI: “INIZIALMENTE NON VOLEVO GIRARE MARIA GORETTI”
Un grande successo ma anche un sacrificio per la famiglia di Ines Orsini: “Girare il film, che inizialmente non volevo fare – ero piccola e parecchio spaventata – è costato molto alla mia famiglia, che era di umili origini. Vivevamo ad Acilia, in piena borgata romana. Mia madre doveva accudire nove figli e mio padre, guardia giurata; prese sette mesi di aspettativa dal lavoro per accompagnarmi ogni giorno a Cinecittà, dove girammi gli interni. Gli esterni invece li abbiamo girati a Fondi, soprattutto per le scene dove occorrevano gli acquistrini che avrebbero dovuto riprodurre le paludi pontine di inizio secolo, intorno a Nettuno. Girammo anche diverse sequenze a Castiglione”.