Infezioni sessuali, ISS crea nuovo modello per prevenire e controllare la loro diffusione: centri sul territorio, accessi agevolati e a basso costo e...
Contrastare le infezioni sessuali è uno degli obiettivi che si pone l’ISS con il suo dipartimento di malattie infettive e per farlo ha presentato un nuovo modello che prevede la creazione di una rete con centri periferici territoriali (centri spoke) e centri di riferimento con elevate competenze multidisciplinari (centri hub), un accesso facilitato per i pazienti, in tempi brevi e con costo ridotto, senza tralasciare gli strumenti di prevenzione.
Ad approfondire la questione connessa alle infezioni sessuali è stata Anna Teresa Palamara, dirigente del dipartimento sopra menzionato, le cui parole sono state riprese da “Quotidiano Sanità”: “Le Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) sono patologie diffuse ma, purtroppo, troppo spesso sono diagnosticate e curate tardivamente e questo favorisce la loro diffusione. Inoltre, toccano una sfera molto privata e intima della vita delle persone e questo merita particolare attenzione. È fondamentale mettere in campo una serie di iniziative che facilitino l’accesso alla diagnosi e alla cura, potenziando o creando centri a cui possano rivolgersi i pazienti ai primi sintomi in maniera rapida e anonima”.
INFEZIONI SESSUALI, I PUNTI DEL NUOVO MODELLO ISS
Peraltro, il progetto dell’ISS sulla prevenzione e sul controllo delle infezioni sessuali è realizzato col supporto tecnico e finanziario del Ministero della Salute, che ha consentito la nascita di un modello assistenziale innovativo, che consta di alcuni punti. In primis, occorre “sviluppare una rete con centri periferici territoriali (centri spoke) (medico di famiglia, consultorio, specialista ambulatoriale) e centri di riferimento con elevate competenze multidisciplinari (centri hub) (dermatologo, ginecologo, infettivologo, urologo, andrologo, pediatra, microbiologo, psicologo, infermiere) e una adeguata formazione comunicativo-relazionale”.
Dopodiché, dovranno essere assicurati un accesso facilitato, visite e indagini diagnostiche in giornata o in breve tempo e a costo ridotto (se non gratuite per alcune prestazioni e/o per alcuni gruppi di popolazione), veicolando al tempo stesso la prevenzione delle infezioni sessuali in modo più capillare. Barbara Suligoi, responsabile del progetto, ha asserito che l’iniziativa “può fornire utili indicazioni per un modello che contrasti la dispersione dei soggetti con IST in ambiti sanitari diversi e la mancanza di uniformità e appropriatezza nei percorsi diagnostico-assistenziali”.