Nel mese di aprile, in base alle stime pubblicate ieri dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente. Poiché ad aprile 2024 l’incremento fu solo dello 0,1%, il tasso tendenziale è cresciuto di un decimale rispetto a marzo e si è attestato al 2,0% rispetto al precedente 1,9%.
Anche se perfettamente in linea con il tasso d’inflazione perseguito dalla Banca centrale si tratta comunque del valore più alto dall’autunno del 2023, raggiunto dopo una costante erosione nel corso degli ultimi sei mesi del bassissimo livello al quale si trovava ancora all’inizio dell’autunno.
Tra aprile e giugno del 2024 il tendenziale rimase infatti stabile allo 0,8% per poi salire lievemente in estate ma ritornare in settembre e ottobre nuovamente al di sotto dell’1%. Da allora il rialzo graduale che ci ha portato all’attuale 2%, dovuto principalmente al venir meno degli effetti del calo dei prezzi energetici e al contributo che essi hanno dato all’attenuazione del tasso generale.
In marzo il tendenziale dei beni energetici era infatti nuovamente in territorio positivo, registrando un +2,6%, tuttavia nel mese appena terminato i prezzi degli energetici sono diminuiti del 5,3% rispetto a marzo mentre anche ad aprile 2024 erano diminuiti, ma solo del 2,6%. In conseguenza il loro tendenziale dal precedente valore positivo è tornato con segno meno e ha registrato un -0,3%.
Mentre gli energetici sono tornati a dare un contributo positivo al contenimento dell’inflazione, alcune tensioni si sono invece registrate nel comparto degli alimentari. I prezzi di questi beni sono infatti cresciuti dello 0,6% nel mese mentre un anno fa erano rimasti completamente fermi, pertanto il loro tasso tendenziale è salito al 3% dal 2,4% di marzo. Gli alimentari non lavorati, con un tendenziale al 4,3%, risultano molto più dinamici degli alimentari lavorati, il cui tendenziale è al 2,3%.
Peggio degli alimentari hanno fatto comunque i servizi, con una crescita nel mese dell’1,3% che, raffrontata allo 0,8% di aprile 2024, ha prodotto un rialzo del tendenziale al 3%, il più alto tra tutti i grandi comparti, dal precedente 2,5%. In questo settore tuttavia le dinamiche risultano molto differenziate e le tensioni risultano concentrarsi in due tipologie di servizi, legate ai viaggi e al tempo libero.
I servizi di trasporto hanno infatti registrato nel mese una crescita del 3,4% che ha fatto salire il tendenziale dall’1,6% al 4,4%. Anche i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona hanno registrato una crescita sensibile nel mese, pari all’1,7%, tuttavia di poco superiore a quella dello scorso anno. Il loro tendenziale si è attestato al 3,5%, valore anch’esso tra i più elevati nelle diverse categorie. Questi incrementi sembrano dovuti a fattori stagionali, probabilmente legati a un incremento della domanda di viaggi e turismo nel periodo pasquale, allungato dai ponti del 25 aprile e 1° maggio.
Calma piatta invece sul fronte dei beni industriali diversi dagli alimentari e dagli energetici. I loro prezzi sono infatti rimasti completamente fermi nel mese e rispetto a un anno fa sono più elevati solo dello 0,3%.
In aprile l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è salita al 2,1% dal precedente 1,7%, mentre il tendenziale dei beni ad alta frequenza d’acquisto è rallentato all’1,6% dal precedente 1,9%.
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