COSA HANNO DETTO NORDIO E PIANTEDOSI NELL’INFORMATIVA SU ALMASRI ALLA CAMERA
«Almasri non è mai stato un interlocutore del Governo»: lo ha detto poco fa il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi nell’informativa alla Camera sul caso Almasri, intervenuto dopo il discorso del collega Ministro della Giustizia Nordio, che ha comportato non pochi momenti di tensione tra i banchi dell’opposizione. Nessuna interlocuzione con la Libia, così come da Tripoli non è giunta alcuna richiesta né pressione nei giorni dell’arresto del comandante libico, «non ho mai ricevuto pressione indebita, la decisione è stata presa sui fatti», aggiunge Piantedosi che motiva l’espulsione di Almasri per l’ordine e la sicurezza del territorio italiano, «abbiamo scelto per la tutela dell’interesse nazionale» dato che c’era rischio che il comandante libico potesse rimanere in Italia.
Poco prima il Ministro Nordio aveva elencato in punti tutto quanto successo dal giorno dell’arresto fino all’arrivo del duplice mandato di cattura internazionale della Corte Penale, tra errori e sviste nei vari uffici dell’Aja: dopo aver sottolineato che il ruolo del Ministero della Giustizia non è quello di “passare le carte” ma ha un ruolo politico con dovere di interloquire e fungere da organo di verifica dei contenuti delle richieste, il Guardasigilli accusa le opposizioni che vorrebbero una sorta di «Ministro passacarte». In merito al mandato della CPI, Nordio accusa la Corte di non aver usato coerenza nelle conclusioni, tanto che anche gli stessi giudici dell’Aja non erano d’accordo nelle motivazioni inserite nel primo mandato: «era nullo, per lo più in lingua inglese e con allegati in lingua araba». È quando Nordio introduce l’errore presente nel primo mandato d’arresto su Almasri (crimini ininterrotti dal 2011, mentre in realtà si trattava del 2015) che dai tavoli dell’opposizione arrivano urla e rabbia da deputati Pd, M5s e AVS: è in particolare al collega leader di Europa Verde Angelo Bonelli che Nordio si rivolge nel dettaglio rispondendo alle critiche, «Non avete letto le carte, non sapevate di cosa steste parlando, sciatteria dalle opposizioni». Da ultimo, il Ministro della Giustizia nell’informativa sul caso Almasri spiega come la Corte CPI si è riunita 5 giorni dopo il primo mandato per correggere sia le date (dal 2011 al 2015) che le motivazioni: «e non ce ne fossimo accorti e l’avessimo inviata alla corte d’appello italiana ce l’avrebbe mandata indietro dicendo che quel mandato di arresto era completamente contraddittorio».
QUANDO E COME SEGUIRE L’INFORMATIVA DEI MINISTRI PIANTEDOSI E NORDIO SUL CASO ALMASRI: LA DIRETTA TV STREAMING (ALLA FINE) CI SARÀ
Dal 29 gennaio al 5 febbraio: è passata una settimana e l’informativa del Governo Meloni sul caso Almasri ci sarà e in maniera completa con l’intervento dei Ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. Dopo il “blocco” del Parlamento voluto dalle opposizioni per richiamare l’esecutivo in Aula, la Camera e il Senato vedranno l’uno dopo l’altro l’informativa dei Ministri di Giustizia e Interno per conoscere nel dettaglio cos’è successo nell’ultima settimana di gennaio 2025. L’intervento in Parlamento posposto di una settimana arriva non a caso e non dopo una “fuga”, come lamenta il Centrosinistra in questa sorta di “blocco Aventino” avvenuto negli ultimi giorni.
L’informativa di Nordio e Piantedosi giunge dopo aver concordato con i propri legali l’interezza delle indagini a carico degli stessi, assieme alla Premier Meloni e al sottosegretario Mantovano: infatti dal 28 gennaio scorso mezzo Governo è stato raggiunto da un avviso di garanzia per favoreggiamento e peculato nella scarcerazione ed espulsione del cittadino libico Almasri. Questo ha rallentato non poco l’agenda di Palazzo Chigi, imponendo una riflessione sul segreto istruttorio quanto mai d’obbligo in casi delicati come questo, unito all’importanza della sicurezza di Stato davanti ad un dossier internazionale come la richiesta di arresto giunta dalla Corte Penale Internazionale. In attesa di capire i vari sviluppi sul caso Almasri, è utile ribadire dove e come poter seguire l’importante snodo politico di oggi: alle ore 12.15 si parte con la Camera dei Deputati dove è attesa l’informativa doppia dei Ministri Nordio e Piantedosi. A differenza di quanto gridato ieri dalle opposizioni, il sito di Montecitorio conferma la presenza della diretta webtv sul canale satellitare della Camera, compreso il link YouTube sulla pagina ufficiale; dalle ore 15.30 è invece il turno del Senato, con l’informativa dei due titolari di Giustizia e Interni garantita dal canale YouTube in diretta video streaming di Palazzo Madama.
CASO ALMASRI, IL “REDDE RATIONEM” IN PARLAMENTO: IL GOVERNO (SENZA MELONI) SPIEGA COS’È SUCCESSO TRA LIBIA E CORTE INTERNAZIONALE
Pressato dalle opposizioni che chiedevano l’intervento diretto della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel riferire in Aula, il Ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha spiegato ai cronisti perché oggi parleranno i Ministri Nordio e Piantedosi, e perché il Governo non è affatto veritiero che “scappi” dal riferire sull’inchiesta Almasri. «Non c’è nessuna volontà dilatoria», ha detto il titolare dei Rapporti con Camera e Senato alla vigilia dell’informativa in diretta streaming, saranno Piantedosi e Nordio a parlare in quanto «ministri in grado di garantire la piena informazione».
Con Pd, AVS e M5s che accusano Meloni di scappare dal Parlamento, è ancora Ciriani – assieme al Ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani – a sottolineare come la disponibilità su riferire alla Camera e al Senato è garantita dalla presenza di Nordio e Piantedosi, «non decide la sinistra chi deve parlare a nome del Governo». Il messaggio che Meloni ha voluto dare sull’intera vicenda Almasri era già stato consegnato ad un breve video social dove la titolare del Governo ha accusato una parte della magistratura di voler utilizzare la vicenda Almasri per colpire il Centrodestra. «È un atto voluto, non dovuto, alcuni giudici vogliono governare», aveva sentenziato la Premier scatenando ancora più polemiche tra le opposizioni.
Il giro per diversi Paesi europei, un prima verifica documenti in Germania che fa “scattare” la Corte Penale Internazionale, il mandato d’arresto spiccato proprio quando è in Italia e l’arresto successivo della Digos: la vicenda del comandante libico accusato di crimini contro l’umanità, Naieem Osema Almasri Habish, è ricca di spunti e di punti ancora da chiarire, specie per capire perché dopo la liberazione della Procura e l’immediata espulsione del Viminale, con aereo di Stato verso la Libia, è scattata l’indagine del procuratore di Roma Lo Voi su segnalazione di un avvocato (Luigi Li Gotti) vicino all’ex Premier Pd Romano Prodi. Ad oggi Meloni con Nordio, Piantedosi e Mantovano si trovano indagati con i documenti che sono già stati trasmessi al Tribunale dei Ministri che dovrà decidere se archiviare o passare alla richiesta di procedimento, con via libera in quel caso dall’Aula: la scelta di Palazzo Chigi è di farsi rappresentare da un unico legale difensore, la parlamentare leghista Giulia Bongiorno. È proprio nell’interlocuzione con l’avvocato già di Matteo Salvini che è poi stato deciso di proseguire con l’informativa unica di Nordio e Piantedosi, mentre da pochi giorni la Procura di Perugia ha aperto un fascicolo (per ora senza indagati) sugli esposti di Li Gotti e Lo Voi.