Bot e account fake hanno invaso anche Reels su Instagram di visualizzazioni fasulle. Il social network è ormai pieno di milioni di profili sfornati ad hoc da agenzie specializzate e dai loro fornitori per “pompare” i click e mantenere alti i numeri, inquinando però commenti e veicolando la disinformazione. E allora la piattaforma guidata da Adam Masseri veste i panni del “vigile urbano” e passa al controllo. L’idea è di chiedere un documento di identità, ma non a tutti. Nel mirino finiscono gli account che, secondo gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale, mostrano un comportamento “potenzialmente fasullo”. Pensiamo a quelli con pochi contenuti e pochi follower, ma tanti account seguiti in Paesi diversi da quello in cui sono registrati, soprattutto con un tasso di attività praticamente nullo. Instagram, dunque, chiederà a questi account di fornire un documento ufficiale, una carta di identità o qualcosa di simile, come riportato da Repubblica. E se non li fornirà, potrebbe subire delle “penalizzazioni”, come una circolazione minore dei suoi contenuti nelle bacheche dei follower.
INSTAGRAM DICHIARA GUERRA AD ACCOUNT FAKE E BOT
Questa soluzione in effetti non appare poi così efficace, visto che questi sono account che non producono contenuti, ma servono solo ad aumentare il conteggio totale e a muoversi tra like e commenti. Ma nel mirino di Instagram ci sono anche quegli account che diffondono bufale, fake news e complottismi. Secondo Business Insider, la questione non è così semplice e solleva problematiche a livello di privacy, in particolare per quei profili che sono coinvolti in proteste contro i governi o altre organizzazioni, che si vedrebbero costretti a rivelare la propria identità attraverso un documento. Ma per la verifica dell’identità potrebbero andare bene altri documenti, come patente, certificato di nascita, passaporto, certificato di matrimonio, assicurazione di un veicolo, documenti di soggiorno per gli stranieri, stati di famiglia e codice fiscale. L’obiettivo è ripulire la piattaforma da account finti e/o pagati per muoversi in maniera scorretta.