Il professor Massimo Picozzi ha analizzato con attenzione l’intervista concessa da Andrea Sempio a Quarto Grado, per provare a cogliere dei segnali non verbali che potessero contrastare con le parole rilasciate dallo stesso indagato alla giornalista del talk di Rete 4, Martina Maltagliati. “Non esistono indicatori certi di menzogna – premette lo psichiatra, da anni sul campo – ma esistono indicatori di emozioni. Quando si chiede alla gente qual è il segnale di un bugiardo, di un mentitore, il 65% delle persone dice il distogliere lo sguardo, mentre nella realtà il mentitore patologico sostiene lo sguardo, anzi lo ricerca attivamente. Se fosse un mentitore patologico avrebbe già un’attitudine sperimentata in tante occasioni della vita, quindi non avrebbe bisogno di chiedere un’intervista per rinforzare il suo atteggiamento”.
Quindi parte l’intervista e Picozzi la segue con attenzione: “C’è qualche segnale di tensione evidente, ad esempio stringe le labbra fra i denti, le umidifica molto, le labbra sono asciutte. Le mani si muovono e vengono strette nervosamente una contro l’altra, sono segnali che vengono detti pacificatori, la ricerca di un qualcosa che abbassi le tensione, negli uomini ad esempio è l’accarezzarsi la barba o sistemarsi il collo della camicia”.
INTERVISTA ANDREA SEMPIO, PICOZZI: “HA SCELTO DI LAVORARE…”
Quindi prosegue: “Lui ha parecchie esitazioni mentre parla ma suonano naturali, poi bisogna vedere questo annuire continuamente, come a dire all’interlocutore, ‘sto seguendo il tuo discorso’, è un atteggiamento facciale corporeo congruo con l’ansia”. In ogni caso, analizzando il video di Andrea Sempio, Picozzi precisa: “Non vedo situazioni in cui cerca di scostarsi dall’interlocutore, non c’è il timore di rivelare cose di cui potrei essere colpevole, l’interlocutore si avvicina e io mi ritraggo. Si interrompe con il sorriso? E’ un sorriso autentico, ride con le labbra e con gli occhi. Quando corruga la fronte è indice di preoccupazione, di un pensiero spiacevole che gli è passato per la testa in quel momento”.
E ancora: “Con il proseguire dell’intervista il controllo dell’emozione comincia a venire un po’ meno. Quando dice che non c’entra nulla con l’omicidio di Chiara Poggi c’è una congruenza di movimenti: quando vuole negare qualcosa, fa il segno no con la testa, è corretto mentre quando dice che vuole che la giustizia faccia il suo corso facendo il sì con la testa, c’è coerenza e spontaneità. Quando poi l’interlocutore entra nel mezzo delle cose l’agitazione aumenta, è indubbio. La mano è un rafforzativo è un gesto che è in sintonia con quello che sta dicendo”.
INTERVISTA ANDREA SEMPIO, PICOZZI: “HA SCELTO DI LAVORARE…”
Picozzi ci tiene a precisare che: “Andrea Sempio lavora in un negozio di telefonia quindi ha scelto un lavoro a contatto con il pubblico, sarebbe stato più semplice per lui, se fosse uno psicopatico, trovare un lavoro isolato, non a contatto con la gente”. Lo psichiatra precisa: “Quando mi capita di essere nominato perito in qualche processo, la nostra fortuna è quella di avere materiale videoregistrato che ci permette poi di fare dei confronti e quello che a me ha raccontato Andrea Sempio nell’intervista può essere confrontato con altre interviste e interrogatori per vedere se ci sono momenti di ansia particolari, quindi sono utili per l’accusa”.
E ancora: “Quel sorriso accennato che per me è imbarazzato lo troviamo anche nel padre, lo stesso identico sorriso lo fa il padre quando si trova in difficoltà, questo sorriso quindi lo ha imparato per identificazione con i genitori. Si possono cogliere segnali di ansia e di tensione e su questi gli inquirenti possono indagare”. Chiosa precisando: “Queste analisi comportamentali sono qualcosa di accessorio per restringere il campo dei sospettati ma il linguaggio del corpo e la macchina della verità non hanno valenza nei tribunali, nemmeno in America”. Insomma, dal corpo si può vedere forse se una persona mente, ma non si può condannare per quello.