Tra i partecipanti del Vinitaly 2025 – in corso proprio in questi giorni a Verona – c’era anche la Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo che nella giornata di oggi, martedì 8 aprile, ha organizzato un convegno intitolato ‘Governare l’incertezza – Strategie per il futuro dell’agroalimentare‘ dedicato – ovviamente – all’attuale complessa situazione internazionale, affrontata dal punto di vista delle possibili strategie che le imprese possono mettere in campo per gestire ed abbattere i rischi: presente sul palco Massimiliano Cattozzi, responsabile della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo nell’ambito della Banca dei Territori guidata da Stefano Barrese, affiancato dall’AD dell’Insurance Agency dal gruppo bancario Andrea Lesca, dalla Head of Commodity Solutions di Imi Francesca Zingales Botta e dalla Responsabile Industry & Local Economies Research della banca Stefania Trenti.
Prima di partecipare al Vinitaly, la Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo ha condotto un’indagine interna tra le varie filiali (in totale 95 in Italia, con 250 punti operativi e più di mille specialisti al servizio degli oltre 7mila imprenditori vitivinicoli) per capire quale sia la percezione rispetto ai dazi di Trump: quasi la metà degli imprenditori vedono nella ricerca di nuovi mercati esteri la migliore soluzione alle tasse USA, circa uno su tre starebbe anche valutando la possibilità di aprire nuove filiali negli States e il restante 20% starebbe valutando un generale aumento dei prezzi per il mercato statunitense; mentre la quasi totalità sta ritardando i nuovi investimenti in attesa di scoprire gli effetti reali dei dazi.
Massimiliano Cattozzi: “Da sempre Intesa Sanpaolo è al fianco degli imprenditori dell’agribusiness”
Al contempo, è di poche settimane fa l’ultimissimo report di Intesa Sanpaolo sull’andamento del mercato agroalimentare italiano ed estero che dimostra come il 2024 abbia registrato un positivo aumento dell’export con un valore complessivo di 67,5 miliardi di euro: gli USA sono uno dei principali mercati di destinazione con un peso del 13,4% che sale ulteriormente al 25% se si guarda al solo comparto del vino; mentre a livello generale i vini italiani valgono – sempre all’estero – qualcosa come 8 miliardi di euro (cresciuti del 5,5% in un anno) largamente destinati a States e Canada, ma anche a Germania e Regno Unito.
“Per il quarto anno siamo al Vinitaly – ha spiegato il responsabile Agribusiness di Intesa Sanpaolo Massimiliano Cattozzi sul palco di Verona – offrendo valore e concretezza” alle 7mila imprese vitivinicole che quotidianamente si affidano alla Direzione per affrontare le sfide su “internazionalizzazione, sostenibilità, digitalizzazione e ricambio generazionale” che interessano l’intero comparto agroalimentare: non a caso la Direzione che guida negli anni ha stanziato “quasi 7 miliardi di euro“, unite alle ampie competenze degli esperti del gruppo bancario che consentono alle imprese di “navigare in questo scenario complesso” trasformando le sfide in vere e proprie “opportunità di crescita“.