Sono passati oltre cinquant’anni da quando rischiò di morire, ma Irene Zanfino resta la bambina “resuscitata”. Nel 1967 aveva sei anni e fu investita da un’auto. Entrò in coma profondo e non aveva speranze di sopravvivenza: fu dichiarata clinicamente morta. La famiglia si affidò alla preghiera e a quelle di suor Lucia Ripamonti, che ha trascorso la sua esistenza dedicandola al prossimo. Le lasciò sotto il cuscino del letto dell’ospedale un santino, come facevano le suore della Carità con i pazienti che avevano prognosi infauste. Un mese dopo Irene Zanfino si è svegliata, ma non era paralizzata e cieca come ipotizzavano i medici. Un fatto prodigioso e inspiegabile, un miracolo avvenuto grazie all’intercessione di suor Lucia Ripamonti che anche per questo è stata proclamata beata.
Oggi ne ha parlato a I Fatti Vostri, spiegando che la donna che l’aveva investita l’ha portata in ospedale. “Non respiravo, avevo un grave trauma cranico. Al pronto soccorso i medici non volevano più rianimarmi, perché sospettavano una frattura della base cranica e che non ce l’avrei fatta a riprendere le funzioni vitali”. Anche grazie all’intervento di suo zio, le fu praticato un massaggio cardiaco e così il cuore riprese a battere.
IRENE ZANFINO, LA “BAMBINA” MIRACOLATA
Da bambina non era consapevole di quello che le era successo anche perché la famiglia non le raccontò nei dettagli l’incidente. Ma tutti la consideravano una miracolata e questa cosa le è sempre rimasta impressa. L’ha scoperta dieci anni fa circa e da allora prova una “grande gratitudine” nei confronti di suor Lucia Ripamonti, perché ha ricevuto “una grazia”. Lei è sempre stata religiosa, ma quando ha scoperto di essere stata miracolata ha sentito di avere una persona in più a cui rivolgersi.
“Ai miei figli inizialmente ho raccontato molto poco perché era quello che sapevo”. Dopo l’inizio del processo di beatificazione di suor Lucia Ripamonti, è andata dalle consorelle che l’hanno accolta e fatta sentire a casa. Di sicuro non le importa se gli altri credono che sia davvero miracolata: “Io ci sono grazie a questo, se gli altri vogliono crederci o meno… sono liberi di farlo”, ha concluso Irene Zanfino.