Linea dura con chi non ha l’Isee in regola. Da settembre, l’Inps taglierà l’assegno unico e universale, portandolo al minimo per chi ha un Isee non corretto, o cosiddetto “difforme”. Ad annunciarlo è lo stesso istituto nel messaggio 2856/2023. Fino ad ora, in caso di Isee errato, l’Inps ha comunque erogato il bonus nell’importo commisurato a questo, anche se sbagliato, in attesa della sua correzione entro la fine dell’anno, con l’accorgimento di recuperare quanto erogato in più rispetto all’importo minimo.
Da settembre, però, l’Inps cambierà regole: erogherà l’importo minimo di assegno unico e universale in attesa della correzione dell’Isee. Se questa avverrà entro la fine dell’anno, il cittadino riceverà l’eventuale differenza anche per i mesi arretrati. Ricordiamo che infatti il bonus dipende dall’Isee: l’importo mensile è stabilito proprio in base all’indicatore della situazione economica equivalente.
Cos’è l’assegno unico e universale
L’assegno unico e universale è una misura per chi ha figli. Introdotto da marzo dell’anno scorso, è erogato dall’Inps ai genitori o a chi esercita la responsabilità genitoriale a prescindere dalla condizione lavorativa. L’importo dell’assegno viene però stabilito in base all’Isee. Questo spetta per i figli minorenni a carico e per quelli maggiorenni a carico fino a 21 anni, che rispettino però determinate condizioni: ad esempio, devono essere studenti. I “figli a carico” devono far parte del nucleo familiare ai fini Isee.
L’importo mensile dell’assegno unico e universale è attribuito sulla base dell’Isee: gli importi sono indicati nella tabella allegata al dlgs 230/2021. Come sottolineato da Italia Oggi, in presenza di figli minorenni l’Inps prende in considerazione “Isee minorenni” o “Isee minorenni corrente” mentre per i maggiorenni “Isee ordinario” o “Isee ordinario corrente”. Se non dichiarato, ai genitori spetterà l’importo minimo.