L’Islanda sta sequenziando i Dna di tutti i suoi abitanti: un processo che segnerà una svolta storica nel mondo della medicina. Il progetto, come riportato dal Corriere della Sera, punta infatti a scoprire qual è l’impatto dei geni sulle malattie e dunque a individuare eventuali nuove cure. Ad occuparsene, da ben venticinque anni, sono gli scienziati del deCODE genetics.
In totale, finora, sono stati sequenziati 350 mila genomi: ciò ha portato al raccoglimento di dati su oltre 10 mila tratti umani, associati a malattie ma anche a elementi del comportamento o cognitivi. Un esempio banale, in tal senso, è rappresentata dalla variante che sembra accomunare le persone che amano i cruciverba. In termini scientifici più importanti, invece, sono state scoperte delle varianti genetiche associate a un maggior rischio di alcuni tumori o di Alzheimer, di diabete o di malattie cardiovascolari. Oggi il database genetico di deCODE è il più ampio al mondo e sta aprendo la strada a una nuova era della medicina in cui grazie ai «big data» si potranno avere informazioni sostanzialmente su tutto.
Islanda sequenzia Dna di tutti gli abitanti, ma non solo: anche in altri Paesi
L’Islanda, però, vanta un totale di sole 360 mila anime. Inoltre, la popolazione discende da un basso numero di antenati e ha perciò una bassa variabilità genetica. “La popolazione islandese è omogenea e piccola, ma grande abbastanza da poter studiare l’impatto dei geni sulla maggior parte delle malattie umane. Dal 1997 abbiamo iniziato a compilare il “Libro degli islandesi” in cui abbiamo ricostruito la genealogia dei nostri connazionali; questi dati, uniti al fatto che nell’isola si è verificato il cosiddetto “effetto fondatore” hanno consentito di ottenere risultati straordinari”, ha spiegato Unnur Thorsteindottir, vicepresidente della ricerca genetica a deCODE.
È anche per questi motivi che, come riportato dal Corriere della Sera, l’iniziativa dell’Islanda, che sequenzia da venticinque anni il Dna di tutti i suoi abitanti, si è espansa anche nel resto del mondo. Il database oggi raccoglie i dati genetici e sanitari di 2,5 milioni di persone di paesi diversi tra loro.