Ismaele La Vardera e un operatore de “Le Iene” sono stati aggrediti a Palermo mentre giravano un servizio sui furbetti del reddito di cittadinanza. I due sono stati aggrediti prima verbalmente, poi fisicamente, tanto che sono finiti in ospedale. L’intervistato ha strappato il microfono dalle mani dell’inviato e ha cominciato a picchiarlo in testa all’operatore. Nella lite sono volati schiaffi e pugni anche verso Ismaele La Vardera che per fortuna non ha riportato gravi conseguenze. Invece l’operatore è andato al pronto soccorso, dove gli è stato diagnosticato un trauma cranico con 5 giorni di prognosi. «Non è bello dover lavorare e sapere che qualcuno può perdere la pazienza e finire alle mani», ha dichiarato l’inviato de “Le Iene”, che ha poi ringraziato le forze dell’ordine per il loro intervento esemplare. «Il mio ringraziamento va al Prefetto per la solidarietà espressa», ha aggiunto. Poi sui social ha scritto: «Non si possono ricevere botte solo per aver fatto delle domande. Non è una cosa normale!!! Operatore sta bene, grazie per i messaggi!».
ISMAELE LA VARDERA E OPERATORE IENE MASSACRATI DI BOTTE
Il servizio a cui stava lavorando Ismaele La Vardera riguarda i furbetti che percepiscono il reddito di cittadinanza pur non avendo i requisiti. E andrà in onda nella prossima stagione su Italia 1. «Stavamo intervistando uno di questi furbetti che pur lavorando percepisce il reddito di cittadinanza. A un certo punto ha iniziato a inveire contro il cameraman, poi ha fatto altrettanto nei miei confronti», ha raccontato la Iena. Non è la prima volta che Ismaele La Vardera viene aggredito durante il suo lavoro a Palermo, città a cui è legato e che ha raccontato anche in un film in cui ha denunciato gli accordi della politica (“Italian politics for dummies”). Ad aprile ha indagato sulla morte misteriosa di Aldo Naro, 25enne ucciso nel 2015 allo Zen, sempre a Palermo. Durante le riprese fu aggredito con l’autore e operatore Massimo Cappello, finendo entrambi in ospedale. Anche stavolta l’augurio de “Le Iene”: « A Ismaele e al nostro operatore vanno un abbraccio grandissimo, certi che continueranno a lavorare con la passione di sempre senza farsi intimidire. Forza ragazzi!».
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