007 Israele: “70 dei 136 ostaggi di Hamas sono già morti”
Cresce il già di per sé impietoso bilancio delle vittime della guerra tra Israele e Hamas, che da parte palestinese conta più di 19mila civili morti, a fronte di 12mila terroristi uccisi (secondo Gerusalemme) e da parte ebraica circa 120 militari uccisi nei combattimenti e più di 1.200 vittime nell’attacco del 7 ottobre. A morire, però, sono sempre di più anche gli ostaggi che attualmente i terroristi palestinesi tengono ancora nascosti in luoghi ignoti.
Fonti interne agli 007 di Israele hanno, infatti, rivelato a La Verità che gli ostaggi rimasti in mano ad Hamas sono sempre meno. Dopo la prima fase della tregua, con lo scambio tra prigionieri palestinesi e ostaggi israeliani, erano rimasti a Gaza 136 civili israeliani, secondo le stime ufficiali. Tuttavia, gli 007 hanno la certezza che 35 tra loro sarebbero già stati dichiarati ufficialmente morti, con tanto di avviso alle famiglie di avvenuto decesso. Inoltre, sempre secondo Israele, il bilancio degli ostaggi di Hamas è ulteriormente ridotto da ulteriori altrettanti decessi che non sono stati dichiarati. La ragione si crede sia legata a malattie, ferite e, in generale, alle pessime condizioni di vita in cui sono costretti, tra abusi, violenze e viveri scarsi (se non del tutto assenti).
Abu Mazen: “Hamas liberi gli ostaggi per evitare vittime inutili”
Inoltre, ad aggravare ulteriormente il bilancio degli ostaggi di Hamas ancora in vita, che secondo le stime degli 007 di Israele sarebbero, dunque, attorno alla 70ina, ci sarebbe anche una convinzione del’intelligence. È, infatti, noto che i terroristi sono soliti abusare di donne e uomini che hanno rapito e si teme che questi non potranno mai essere liberati e saranno, di conseguenza, giustiziati e abbandonati sotto alle macerie delle bombe israeliane, imputando così a Gerusalemme la colpa dell’accaduto.
Insomma, le condizioni in cui versano gli ostaggi che Hamas ha rapito durante gli attacchi contro Israele potrebbero essere ben peggiori di quanto fino ad ora supposto. Tuttavia, è anche importante considerare che non vi sarebbe nessuna conferma in merito ai già avvenuti (circa) 70 decessi, così come non vi è neppure nessuna smentita. Rimane chiaro che occorre trovare una soluzione al più presto, se non per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas (comunque necessario), almeno per salvare gli ostaggi. Non a caso solamente ieri anche Abu Mazen, leader dell’Anp e della Palestina, ha esortato Hamas ad accettare un accordo per la loro liberazione, anche al fine di “evitare l’attacco dell’occupazione alla città di Rafah, che causerà migliaia di vittime, sofferenze e sfollamenti”.