nella guerra in corso tra Israele e Iran il sostegno della Russia a Teheran è molto tiepido. E adesso la crisi del regime può avvantaggiare Putin
Il regime iraniano sta affrontando una crisi significativa, ma la sua caduta non è sicuramente imminente e forse neanche garantita. Anche se in giro per il web si stanno moltiplicando video di protesta verso il regime, con ragazze che scoprono il capo al grido di “morte al dittatore” e sondaggi dove la maggioranza auspica la fine del regime teocratico.
Il regime è dotato di un apparato repressivo ben consolidato: i Guardiani della Rivoluzione e la Milizia Basij, che in passato ha già represso altre forti proteste. È possibile anche che gli attacchi israeliani su civili rafforzino il nazionalismo, compattando l’opinione pubblica contro il nemico esterno.
Un ruolo importante, però, per il futuro dell’Iran lo riveste la Russia. E la sua indifferenza sta isolando l’Iran, finora partner economico e strategico della Russia in Ucraina, di fronte all’escalation militare con Israele. Infatti, a meno di sei mesi dalla visita-pellegrinaggio del presidente iraniano Masoud Pezeshkian a Mosca, dove è stato siglato un accordo di cooperazione globale, il Cremlino sta voltando le spalle a Teheran.
Come era già successo in Siria per la caduta degli Assad. Come avevamo già intuito nel teatrino dell’incontro di gennaio per rivendicare il nucleare iraniano, tra viceministri degli Esteri iraniano, russo e cinese svoltosi a Pechino mentre Putin incontrava Wytkoff al Cremlino per discutere sulla guerra ucraina.
Nell’attuale guerra israelo-iraniana, Mosca, oltre alle condanne di facciata, non ha rilasciato dichiarazioni né ha intrapreso alcuna iniziativa. L’Iran ha fornito droni e missili alla Russia, contribuendo significativamente al suo sforzo bellico in Ucraina. In cambio, Mosca ha offerto collaborazione economica e tecnologica, come la costruzione di una centrale nucleare da parte di Rosatom.
Tuttavia, il partenariato strategico non include obblighi militari. Inoltre, la Russia preferisce l’Iran senza l’atomica. Si è capito dal ruolo russo nell’accordo sul nucleare iraniano del 2015 e dalla proposta di acquisire l’uranio arricchito.
Al Cremlino potrebbero anche perseguire una strategia più ampia; e il disinteresse dell’Occidente alla guerra ucraina sarebbe un vantaggio immediato. Inoltre, gli attacchi israeliani non vanno contro gli interessi russi, anzi: una menomazione della produzione petrolifera iraniana, in questi tempi di sovrapproduzione, porterebbe a un aumento dei prezzi (fino ad ora +15 dollari al barile) ed anche a una minore concorrenza per il petrolio russo.
Una vera boccata di ossigeno per la stressata economia di guerra russa. Meglio ancora se Putin potesse presentarsi, a richiesta, se la situazione lo richiedesse, come paciere verso l’Occidente e come salvatore, a tavolino, verso l’Iran. Non a caso, l’unica iniziativa russa è stata quella di proporsi a mediare tra Tel Aviv, Teheran e Washington, accolta positivamente da Donald Trump.
Putin cerca un ruolo di mediatore in Medio Oriente per rafforzare l’influenza russa nella regione. Economicamente, i rapporti tra Mosca e il 15% della popolazione israeliana di origine ashkenazita, proveniente dall’ex Unione Sovietica, e con le monarchie del Golfo, come l’Arabia Saudita, offrono opportunità economiche molto superiori a quelle dell’Iran, con un commercio bilaterale limitato a 4-5 miliardi di dollari annui.
Anche militarmente, l’Iran ha il fiato corto. I vecchi sistemi di difesa aerea S-300 forniti dalla Russia sono obsoleti e incapaci di interdire lo spazio aereo iraniano ai caccia israeliani. Mosca, invece, produce in casa i droni Shahed, prima prodotti in Iran.
La volontà iraniana di stringere un’alleanza solida e vincolante con la Russia si sta rivelando per quello che è: un castello di sabbia che si sta sciogliendo con la marea israeliana e americana. Ci sono molti motivi che farebbero traballare anche alleanze ben più solide: dagli interessi in Ucraina, agli interessi geopolitici nel Medio Oriente, alla supremazia atomica, fino ai prezzi del petrolio. Figuriamoci se regge un patto tra despoti.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.