Gli Usa potrebbero intervenire contro l'Iran, ma c'è un rischio ancora più importante nel conflitto già in corso
C’è qualcosa di surreale in questo massmediatico discorrere sul dilemma che attraverserebbe gli Usa di Trump: interverrà l’esercito più potente del mondo in Iran oppure non lo farà, ritraendosi all’ultimo momento?
Il surreale risiede nel fatto che chiunque sia in grado di ragionare come si faceva circa vent’anni or sono in qualsivoglia circolo intellettuale non può non condividere il fatto che le armi di Israele, come Stato, altro non sono che le armi degli Usa come Stato e che in questo organico legame tra capitalismi risiede l’arco di forza che regge ancora l’autosufficienza di potenza delle poliarchie capitalistico-democratiche.
L’Iran altro non è che un modello esemplare di quello che in forma precipitosa è divenuto il plesso iranico-libico-siriano del Medio Oriente dopo il crollo di quell’architrave storicamente decisivo che era stato l’Iraq dal dopoguerra. La lunga guerra con l’Iran, prima, e la distruzione del regime baathista di Saddam Hussein nel 2003, dopo, hanno precipitosamente trasformato gli Stati sunniti e sciiti (non i wahhabiti petrol-monarchico-poligamici) in Stati di milizia, ossia governati in forme frattaliche da milizie armate, l’una contro l’altra contrapposte.
L’Iran – da vero erede della Persia imperiale e teocratica – sfuggiva a questa regola, imponendo una milizia su tutte le altre e destinandola ad agire sia sul piano interno, sia su quello internazionale nella guerra di procura che l’Iran – con l’appoggio russo-cinese – conduceva e conduce contro gli Usa nel mondo.
Il fatto che – con buona pace degli agenti dell’intelligence cinese che operano nelle pieghe dell’Ue influenzando la vita politica italiana più di ogni altra nazione dell’Ue medesima – Israele abbia deciso di sferrare l’attacco all’Iran per impedire il suo armarsi atomico – senza aver bisogno delle menzogne anglosferiche all’Onu del 2003 – altro non è che la conferma che l’asse che regge il potere mondiale delle poliarchie democratiche inizia da Washington e termina a Gerusalemme ormai saltando a piè pari l’Ue, che dopo la Brexit è tornata a essere quello per cui nacque: contenere l’Urss, ma soprattutto la potenza demoniaca tedesca che continua a riprodursi ancora oggi con regolarità impressionante.
Quindi, Israele e gli Usa sono soli: la Gran Bretagna è al loro fianco, ma tutto sarà insufficiente se non si sarà in grado di impedire dopo la sconfitta delle ierocrazie iraniane lo sgretolamento della nazione persiana, consegnandola a ciò che rimarrà dei pasdaran. Sarebbe una nuova tragedia irachena all’ennesima potenza. Questo è il problema: non quello dell’intervento Usa.
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