FINALE EUROPEI 2020: UNA LETTERA SPECIALE
Un ringraziamento per le grandi emozioni in vista della finale degli Europei 2020. Manca sempre meno a Italia Inghilterra e, se Wembley è pronto a trasformarsi in una bolgia e la nazionale dei tre leoni riceve messaggi dal principe William, gli azzurri hanno ricevuto una bella lettera di incoraggiamento e ringraziamento (comunque andrà) direttamente dagli eroi del Mundial 1982. C’è anche la cabala: 11 luglio come oggi, il giorno potrebbe essere lo stesso. “Abbiamo rivisto in voi tanto, tantissimo di noi e della nostra storia, sportiva ed umana”: comincia così la lettera firmata da tutti i protagonisti di allora, una lettera che sottolinea come i ricordi restino nel tempo, come l’Italia si sia ritrovata dopo un periodo difficile anche grazie alla nazionale di Roberto Mancini.
La lettera prosegue sullo stesso tenore. “Grazie per averci fatto rivivere tutto questo, per averci fatto sentire, ancora una volta, giovani e senza paura e per aver dimostrato che dentro ogni italiano c’è una forza profonda, grande e spesso e imprevedibile”. Una lettera emozionante, che richiama l’orgoglio di essere italiani, l’unità di un popolo. “Adesso andate a Londra, scendete su quel campo e date il massimo come avete sempre fatto”: sì, le storie belle non finiscono mai e questa è già bellissima, ma con gli Europei 2020 in bacheca sarebbe ancora più straordinaria.
LA LETTERA DEGLI EROI DEL MUNDIAL 1982
Ecco allora i firmatari della lettera in vista della finale degli Europei 2020: ci sono tutti, anche quelli che non ci sono più ma che compaiono, giustamente, a fianco di chi materialmente ha apposto il suo autografo sullo scritto. Mariella Scirea, la moglie di Gaetano; Federica Rossi, moglie di Pablito che con i suoi gol trascinò quell’Italia sul tetto del mondo; Cinzia, figlia di Enzo Bearzot che fu il grande condottiero dalla panchina; e poi ovviamente Paolo Maldini, perché papà Cesare era il vice del Vecio. A proposito: Paolo, quando andò a fare il provino per il Milan che lo avrebbe instradato verso la leggenda, era profondamente juventino perché affascinato dalla nazionale di Bearzot che nel 1978, ai Mondiali in Argentina, aveva incantato per il gioco (come quella di Mancini oggi) ed era a fortissime tinte bianconere, come lo sarebbe stata quella del Bernabeu. Allora l’avversario era la Germania Ovest ed eravamo a Madrid, oggi siamo a Wembley per sfidare l’Inghilterra che gioca in casa: cambiano il luogo e la sfidante, cambia la competizione e sono passati 39 anni, ma è sempre 11 luglio e allora la grande speranza è che la storia si possa ripetere anche riguardo il nome del vincitore. Manca sempre meno alla finale degli Europei 2020, sarà interessantissimo scoprire come andranno le cose…