Presto il Veneto potrebbe essere la prima regione italiana ad introdurre un personalissimo percorso di cittadinanza culturale che dovrebbe portare il nome – così è riportato nel progetto di legge già depositato nel Consiglio regionale – di ‘Ius Veneti‘: l’idea non è del tutto nuova, ma dopo essere stata inizialmente accantonata (o forse mai veramente proposta) è stata rispolverata dal consigliere e capogruppo – ma anche ex assessore – leghista Giuseppe Pan che a mezzo stampa ha spiegato la natura dello Ius Veneti partendo dal sottolineare che si tratta (appunto) di una “forma di cittadinanza culturale” offerta a chiunque desideri “far parte della nostra comunità”.
Partendo – prima di vedere nel dettaglio di cosa si tratti – dagli aspetti tecnici e politici, attualmente sappiamo solamente che il disegno di legge regionale sullo Ius Veneti è stato depositato nel Consiglio e non è chiaro quando (e se) verrà effettivamente discusso e – ipoteticamente – approvato; mentre dal conto suo Pan si dice certo che “il Consiglio capirà l’importanza di questo progetto” rendendo quello Veneto un vero e proprio esempio che verrà seguito “da tutto il Paese”.
Cos’è e come funziona lo Ius Veneti, il leghista Pan: “Un percorso di integrazione e riscoperta culturale del Veneto”
Entrando nel merito di quello che sarà lo Ius Veneti nell’idea dal consigliere leghista Pan, in una serie di dichiarazioni pubbliche rilanciate dagli organi di stampa ha spiegato che l’iniziativa sarà rivolta alle “nuove generazioni” con l’obiettivo di “scoprire e custodire il patrimonio” territoriale del veneto, investendo sul futuro perché – spiega – “difendere le nostre radici significa rafforzare la nostra comunità e creare una società più coesa, consapevole e orgogliosa”.
Complessivamente, il percorso dello Ius Veneti sarà offerto da tutti gli enti educativi a partire dalle scuole – di ogni ordine e grado, incluse le università – ed arrivando fino alle associazioni e gli enti culturali: consisterà – spiega sempre Pan – in una serie di insegnamenti mirati dedicati alla “storia della Repubblica Serenissima“, alla “lingua veneta”, a tutti i “simboli identitari” veneti e alla “nostra straordinaria cultura enogastronomica“; tutto al fine di far “riscoprire l’importanza di appartenere a una comunità con una storia così ricca” ai giovani grazie ad un “percorso di integrazioni che rispetta e abbraccia la nostra identità”.