IERI TRUMP, OGGI VANCE: GIORGIA MELONI APRE I NEGOZIATI SUI DAZI (E NON SOLO) ANCHE PER L’EUROPA
Alle ore 7.44 il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance è atterrato con la sua famiglia a Roma Ciampino per una tre giorni di vertici e bilaterali che vedono l’Italia nuovamente al centro degli snodi internazionali. L’indomani della visita importante alla Casa Bianca, la Premier Giorgia Meloni – assieme ai due vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani – accoglie a Palazzo Chigi il n.2 dell’amministrazione Trump in una sorta di “secondo round” dei negoziati su vasta scala tra USA e Italia.
Come confermato dall’elogio del Presidente americano ieri, il Governo italiano può garantire una vera svolta in Europa non solo facendo tornare al dialogo Stati Uniti e Bruxelles, come accettato ieri dallo stesso Trump su invito di Giorgia Meloni, ma portando le istanze della politica di una destra nuova che corregga le “storture” della sinistra progressista e liberal. Tra la visita di Vance al Governo italiano, al Segretario di Stato Parolin in Vaticano (e parteciperà anche ai riti della Pasqua, dopo la conversione al cattolicesimo avvenuta nel 2019), e con nel contempo domani i colloqui tra USA e Iran, la città di Roma si trova per un weekend al centro del mono politico e geopolitico.
In vista dell’incontro di oggi dove sarà presente assieme al collega vicepremier di Forza Italia, il leader della Lega Matteo Salvini saluta come molto positivi i colloqui aperti ieri dal Governo italiano con l’amministrazione Trump, confermando il prestigio ritrovato dell’Italia su politica ed economia. Secondo il vicepresidente del Consiglio, le aperture di Donald Trump fanno ben sperare per la direzione già auspicata da Elon Musk all’ultimo Congresso della Lega, ovvero «fine della guerra in Ucraina, contrasto all’immigrazione irregolare e azzeramento delle politiche woke, gender e prese-green», vi è totale sintonia e comunione di intenti tra il Governo in Italia e l’amministrazione USA.
IL PROGRAMMA DEL VICEPRESIDENTE USA TRA IL GOVERNO ITALIANO, IL VATICANO E IL PREMIER INDIANO
Alle ore 13 J.D. Vance incontrerà ufficialmente Meloni, Salvini e Tajani a Palazzo Chigi appena poche ore dopo essersi già incontrati nel meeting con i delegati delle due amministrazioni alla Casa Bianca: l’occasione per il vicpresidente USA è quella di fissare alcuni termini specifici degli accordi su dazi, scambi commerciali, politiche internazionali e rapporti da re-instaturare tra l’America e l’Unione Europea, soffermandosi anche sul contenuto delle politiche anti-woke proclamate dal n.2 di Donald Trump.
Sabato 19 aprile è previsto da programma l’incontro con il Segretario di Stato in Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, e potrebbe tenersi anche un breve incontro con Papa Francesco durante i riti della Settimana Santa, anche se le condizioni ancora non ristabilite rendono difficile una visita prolungata tra i due leader. Tra domani e domenica invece il vicepresidente americano è atteso in India per una visita lampo con il Premier Narendra Modi, anche qui per proseguire il negoziato su larga scala che gli Stati Uniti intendono coltivare sul fronte politico-commerciale.
L’agenda in Italia della visita di Vance resta blindata e semi-segreta per via dei canonici motivi di sicurezza, ma vi sarà la possibilità per la famiglia del vicepresidente di soggiornare presso alcuni siti storici della Capitale, così come di seguire una celebrazione di Pasqua (non è ancora stato definito se la Veglia del Sabato Santo o la Santa Messa del giorno di Pasqua, domenica 20 aprile.
È però evidente che le attenzioni globali sulla visita di Vance in Italia siano sull’evoluzione degli accordi sui dazi: i rapporti Italia-USA restano eccellenti, come dimostrato dalla positiva visita di Giorgia Meloni ieri alla Casa Bianca, tale da portare addirittura a concepire nel breve tempo un negoziato vero e proprio con l’Unione Europea direttamente a Roma. Nel frattempo, vari retroscena riportano del possibile accordo che l’Italia intanto può portare a casa: zero dazi in cambio di acquisti maggiori di energia con gas GNL, oltre a maggiori investimenti (fino a 10 miliardi) delle aziende italiane negli States.