Jacques Bouthier, imprenditore francese arrestato per pedofilia/ Molestava 14enni

- Davide Giancristofaro Alberti

Jacques Bouthier è stato arrestato con le gravi accuse di pedofilia, per aver molestato per anni almeno 7 ragazzine minorenni, i dettagli

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E’ stato arrestato con le gravissime accuse di pedofilia il milionario francese Jacques Bouthier. Secondo quanto emerso l’imprenditore avrebbe abusato per anni di alcune ragazzine nel suo appartamento di Parigi, e pare che lo stesso stesse organizzando il rapimento di una ragazza che era diventata “troppo vecchia”, come riferisce il Corriere della Sera, e che aveva minacciato di denunciarlo. La polizia ha potuto così appurare che Jacques Bouthier avesse per anni attratto minorenni in difficoltà, mettendo a loro disposizione la sua casa di Parigi, per poi abusarne di loro e nel contempo allontanarle quando le stesse compiva i 18/20 anni.

Il 75enne si trova attualmente in prigione con l’accusa di «tratta di esseri umani nei confronti di minori» e «violenza e aggressione sessuale su minori», e per anni avrebbe abusato di ragazzine fra i 14 e i 16 anni. A far scattare l’indagine è stata una 22enne marocchina che lo scorso mese di marzo si è presentata presso il commissariato di Parigi denunciando un uomo che l’avrebbe violentata nel 2016, per poi sostituirla con una 14enne rumena.

JACQUES BOUTHIER ARRESTATO PER PEDOFILIA: IN MANETTE ANCHE LA MOGLIE

A prova delle accuse, la giovane ha mostrato un video in cui si vede Bouthier, personaggio noto nel mondo delle assicurazioni, e appunto la ragazzina. Complice dell’uomo era la moglie, che era a conoscenza degli andazzi del marito e che è stata anch’essa arrestata.

In totale il 75enne imprenditore transalpino avrebbe abusato negli anni di ben 7 ragazzine, e quando il pedofilo ha scoperto che la 22enne marocchina di cui sopra stesse sfuggendo al suo controllo, ha assoldato tre dipendenti della sua compagnia di assicurazione per trovarla e distruggere il video: peccato però che loro l’abbiano ricattato chiedendogli un milione di euro, per essere poi arrestati a loro volta. L’associazione «La voix de l’enfant», che si è costituita parte civile nel processo, afferma che «è tipico di questi individui approfittarsi delle persone più vulnerabili e in difficoltà, convinti che ragazzine povere e sole non avranno mai il coraggio di ribellarsi».







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