Joe Biden ha un cancro prostata con metastasi ossee (Gleason 9); malattia aggressiva ma controllabile. Trump, Harris e Obama esprimono il loro sostegno
All’ex presidente statunitense Joe Biden, 82 anni, è stato diagnosticata una forma aggressiva di cancro alla prostata, caratterizzata da un punteggio Gleason di 9 (su una scala fino a 10) e dalla presenza di metastasi ossee: la conferma è arrivata attraverso una dichiarazione del suo ufficio personale, che ha rimarcato come la malattia risulti sensibile alla terapia ormonale, permettendo quindi un approccio terapeutico mirato e potenzialmente efficace.
Biden (che ha lasciato la Casa Bianca nel gennaio 2025) si era rivolto ai medici la scorsa settimana per sintomi urinari persistenti, che avevano portato all’individuazione di un nodulo prostatico e alla successiva diagnosi: il tumore, classificato come Grade Group 5, rientra tra le forme a più alto rischio di progressione rapida, un quadro clinico che impone interventi tempestivi e personalizzati.
L’ex presidente e la sua famiglia stanno attualmente valutando le opzioni di trattamento insieme agli specialisti, mentre il mondo politico ha espresso solidarietà e vicinanza: Donald Trump ha augurato una “pronta guarigione” su Truth, Kamala Harris lo ha definito “un combattente”, Barack Obama ha ricordato il suo storico impegno nella ricerca oncologica e, la notizia riaccende le preoccupazioni per la salute di Biden, già emerse nel corso della campagna elettorale del 2024 – periodo in cui rinunciò alla candidatura dopo un dibattito considerato deludente – che generò dubbi sulle sue condizioni generali.
In una recente intervista alla BBC, Biden ha ammesso quanto sia stata difficile quella scelta, respingendo però con decisione le accuse di declino cognitivo: il cancro alla prostata – che, secondo i CDC, colpisce 1 uomo su 8 negli Stati Uniti – rappresenta la seconda causa di morte oncologica maschile dopo il tumore alla pelle, con l’età che resta il principale fattore di rischio.
Biden e il percorso terapeutico: prognosi, trattamenti e contesto personale
Gli esperti mettono in evidenza che, nonostante quella di Biden sia una forma tumorale aggressiva, i progressi nelle terapie consentono oggi di gestire la malattia a lungo termine: il dottor Benjamin Davies dell’Università di Pittsburgh ha spiegato che la presenza di metastasi ossee rende il cancro “incurabile ma controllabile”, grazie a farmaci ormonali e chemioterapici di nuova generazione capaci di contenere la malattia per anni.
Anche il dottor William Dahut dell’American Cancer Society ha confermato che molti pazienti convivono a lungo con la malattia, mantenendo una qualità di vita soddisfacente, un risultato impensabile fino a pochi anni fa; Biden, che nel 2022 aveva rilanciato l’iniziativa Cancer Moonshot con l’obiettivo di dimezzare i decessi per cancro entro il 2047, affronta oggi questa sfida con un profondo carico emotivo, in quanto, nel 2015 perse il figlio Beau, 46 anni, a causa di un tumore al cervello.
Attualmente in cura, l’ex presidente ha scelto di mantenere un profilo riservato, limitando al minimo le apparizioni pubbliche ma in un’intervista rilasciata a maggio, ha ribadito il proprio impegno nella ricerca scientifica, dichiarando: “So cosa significhi combattere il cancro, ma sono ottimista sulle possibilità offerte dalla scienza”; intanto, i medici continuano a valutare le opzioni terapeutiche con estrema attenzione, cercando un equilibrio tra efficacia e tollerabilità, un aspetto particolarmente delicato in un paziente anziano, dove effetti collaterali come affaticamento e alterazioni cognitive possono incidere in modo determinante sul benessere generale.