L'Ayatollah Khamenei nel mirino di Israele dopo gli attacchi sui civili: il "veto" di Trump (smentito da Netanyahu) e gli scenari di guerra con i Pasdaran
DAGLI USA: “TRUMP BLOCCA ISRAELE NELL’UCCIDERE KHAMENEI”, MA NETANYHU SMENTISCE
Mentre sono in corso nuovi attacchi e lanci di missili dall’Iran contro Israele, con le pronte risposte e contrattacchi dell’Idf sugli obiettivi militari sensibili di Teheran (uccisi il n.1 dell’intelligence dei Pasdaran con il vice), è la figura di Ali Hosseini Khamenei ad essere al centro del caos in Medio Oriente: il Governo israeliano non ha nascosto che lui, come l’intero capo di stato maggiore in Iran, sono nel mirino degli attacchi per frenare la costruzione della bomba atomica nei siti della Repubblica sciita.
E in questo contesto arriva dalla Reuters un retroscena piuttosto cruciale nei complessi rapporti Usa-Israele-Iran alle porte di una guerra che rischia di uscire ampiamente dai “soli” confini del Medio Oriente: dopo che Teheran ha colpito anche obiettivi civili sullo Stato ebraico, i vertici di Israele non hanno escluso che Ayatollah e Pasdaran possano rimanere incolumi nelle vaste operazioni di attacco contro l’Iran. Secondo poi funzionari americani citati dalla Reuters, la Casa Bianca avrebbe per questo posto un veto sull’uccisione di Khamenei, cercando così di tenere aperto un canale diplomatico con Teheran per provare a portare a termine gli accordi sul nucleare iraniano.

Se tale informazione fosse confermate, significherebbe porre una distanza ulteriore tra Trump e Netanyahu dopo le diversità di vedute nelle ultime settimane sul fronte aperto a Gaza e in Cisgiordania: è quasi immediata però la smentita giunta dal Premier israeliano Netanyahu che alla Fox News come dal Presidente americano non sia giunto alcun veto su obiettivi e attacchi. «false notizie su conversazioni che non sono mai avvenute». Anche il consigliere per la sicurezza nazionale a Tel Aviv, Tzachi Hanegbi, ha negato che vi sia un piano americano di impedire l’eliminazione eventuale dell’Ayatollah, la Guida Suprema iraniana: «sono fake news di primissimo ordine», spiegano da Tel Aviv.
L’AYATOLLAH (BARRICATO NEL BUNKER) AL CENTRO DELLA GUERRA IRAN-ISRAELE
Mentre Israele si appella al G7 per ottenere l’aiuto e sostegno contro l’offensiva dell’Iran (temendo la costruzione dell’atomica in mano ai Pasdaran islamisti), notizie dirette sulla posizione e le condizioni di Khamenei al momento si fermano a tre giorni fa, quando è apparso sulla tv iraniana in risposta ai primi attacchi dello Stato ebraico nell’operazione “Rising Lion” avvenuti il 13 giugno 2025.
Dovrebbe al momento trovarsi in un bunker al riparo dai raid israeliani, anche se il recente attentato contro il leader di Hezbollah Nasrallah – alleato e amico di Khamenei – a Beirut fa ben capire come in nessun luogo dentro o fuori l’Iran l’Ayatollah può dirsi del tutto al sicuro: ridotti gli spostamenti, drasticamente delimitata l’agenda politica, la Guida Suprema sciita teme l’attacco di Israele contro la sua persona, specie se dalla Casa Bianca non dovesse esserci alcun tipo di veto sull’eliminazione dell’uomo più importante del regime iraniano.

Certo la morte di Khamenei avrebbe una forza deflagrante per la guerra Iran-Israele, probabilmente portando il conflitto su un terreno pericolosissimo alle “porte” di una vera terza guerra mondiale: ideatore e vero “deus ex machina” degli attacchi contro Israele del 7 ottobre 2023, la Guida Suprema della Rivoluzione islamista – ed erede, ben meno carismatico, di Khomeini – Khamenei è riuscito a “portare” buona parte del mondo contro lo Stato ebraico muovendo fronti di guerra su più parti, tra Hamas, Hezbollah e Houthi che hanno fatto il “lavoro sporco” per l’Iran.
La resa dei conti potrebbe essere appena cominciata, con un mondo però che guarda con terrore all’evoluzione del conflitto, specie sulla sorte dell’Ayatollah da cui forse dipende molto l’insperata pace nel breve periodo in Medio Oriente.