Regalare la busta a un matrimonio è un gesto di affetto, ma anche una fonte di dubbi: quanti soldi dare davvero agli sposi?
Ogni volta che arriva un invito a un matrimonio, dopo l’iniziale entusiasmo, scatta puntuale la domanda che tormenta praticamente tutti: “E adesso, quanto metto nella busta?” Perché sì, è vero che il regalo in denaro è ormai un’abitudine consolidata, però non è affatto semplice stabilire la cifra giusta.
E spesso, anche a voler fare bella figura, il timore di sbagliare resta lì, fastidioso come una zanzara a luglio. Infatti, non si tratta solo di essere generosi: il galateo del matrimonio ha le sue regole non scritte, e capire quanto donare è un piccolo esercizio di diplomazia, buon senso e conoscenza delle dinamiche locali.
Ecco come regolarsi con la busta al matrimonio
Già, perché una delle prime cose da sapere è che la geografia conta, eccome. In linea generale, al Nord si tende a ragionare in modo più “razionale”: il regalo copre il costo del pranzo o della cena e, se possibile, lascia qualcosa in più come omaggio agli sposi. Al Sud, invece, l’approccio è più caloroso – e diciamolo, anche più impegnativo – perché la busta spesso rappresenta un contributo concreto alla nuova vita della coppia, se non addirittura un investimento familiare.
Senza ombra di dubbio, il fattore più importante resta il tipo di legame con gli sposi. Se si è semplici conoscenti o colleghi, la cifra può oscillare intorno ai 100-150 euro. Per amici più stretti o parenti, si sale facilmente sopra i 200. E se si fa parte della cerchia ristretta – testimoni, cugini stretti, amici d’infanzia – allora il budget si alza, anche verso i 300 euro o più. Ma attenzione: non è solo una questione di status, conta anche il contesto del matrimonio.

Ad esempio, una location lussuosa, magari con cena stellata e open bar, spinge inevitabilmente la cifra verso l’alto. Nessuno pretende che il regalo sia proporzionale al costo della cerimonia, ma in modo tacito tutti sanno che se la coppia ha investito molto, chi partecipa tende a non voler sfigurare. Ecco quindi che spesso si cerca di coprire almeno la “quota” della propria presenza.
Il calcolo preciso, così non sbagli
C’è anche chi si affida a un vero e proprio “calcolo”, quasi fosse una formula matematica: costo stimato del ricevimento diviso per numero di invitati, più una quota simbolica di regalo. Un sistema che sembra freddo, però evita gaffe. E se ci pensiamo bene, può essere un buon punto di partenza.
Una curiosità? In alcune zone del Sud Italia, come in Sicilia o in Campania, esiste ancora l’usanza che la busta venga consegnata direttamente in mano agli sposi, o addirittura raccolta in una cassettina vicino al tavolo nuziale. Al Nord, invece, è più frequente l’uso di un IBAN sulla partecipazione, così si può fare il bonifico anche prima del grande giorno, evitando momenti imbarazzanti.
Certo, ogni coppia è diversa e ogni matrimonio ha le sue regole implicite. Però una cosa è certa: la busta è ancora oggi il gesto più pratico, apprezzato e atteso. Non solo perché utile, ma perché racchiude, nella sua semplicità, un messaggio preciso: “Vi voglio bene, e vi auguro il meglio”. E questo, alla fine, vale più di qualsiasi cifra.