Cosa è la tetralogia di Fallot, la condizione patologica della quale Alfredino Rampi era affetto: si tratta di una cardiopatia congenita
Si chiama tetralogia di Fallot la cardiopatia congenita dalla quale era affetto Alfredino Rampi. Una condizione, quella che aveva il piccolo morto nel pozzo artesiano nel 1981, che si verifica quando il cuore ha quattro anomalie: un difetto del setto interventricolare, ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo destro, stenosi valvolare polmonare e ipertrofia ventricolare destra. La tetralogia di Fallot può essere diagnosticata in età neonatale, dunque si manifesta quando il bambino è molto piccolo. A seconda del grado di ostruzione dell’efflusso ventricolare destro, differenti possono essere i sintomi e la manifestazione clinica. La maggior parte dei bambini ha un’ostruzione dell’efflusso destro con conseguente cianosi.
Esistono però anche casi molto più gravi contraddistinti da marcata stenosi o atresia polmonare. In questo caso, nei primi mesi di vita si possono verificare crisi asfittiche: questo significa che con la tetralogia di Fallot, in questo specifico caso, gli organi sono scarsamente ossigenati, in primis il cervello. I neonati possono poi avere sintomi come difficoltà nella suzione, intensa sudorazione, valori di emoglobina ed ematocrito più alti.

Cos’è la tetralogia di Fallot: la condizione di Alfredino Rampi si può curare?
La cardiopatia congenita di Alfredino Rampi, la tetralogia di Fallot, può essere curata chirurgicamente. È possibile farlo entro il primo anno di vita. Tale correzione chirurgica permette di chiudere il difetto intrerventricolare con un patch e di rimuovere l’ostruzione dell’efflusso destro. Anche in seguito all’operazione, per i pazienti è necessario sottoporsi a controlli clinico-strumentali seriali, come visita cardiologica, elettrocardiogramma ed ecocardiogramma, almeno due volte l’anno. La correzione chirurgica in età neonatale della tetralogia di Fallot, comunque, non cura definitivamente la malattia. La patologia cardiaca congenita ha un’incidenza vicina ad 1 caso ogni 3.600 nati. Il piccolo Alfredino Rampi era affetto dalla tetralogia di Fallot: una condizione che rese ancor più tragica la sua situazione nel cunicolo del pozzo nel quale era precipitato.