L’ALLENATORE NEL PALLONE/ E il doppio segno lasciato da Banfi sul calcio italiano
Gli Europei si sono aperti nel segno di Lino Banfi. L’attore pugliese, che compie tra poco 85 anni, è stato protagonista di una pellicola cult sul calcio

Gli Europei di calcio 2021 si sono aperti nel segno di Lino Banfi. Il “porca puttena” urlato da Ciro Immobile a favor di telecamera dopo il gol nella partita inaugurale del torneo, per di più in una serata di trionfo per l’Italia calcistica all’Olimpico di Roma, ha in poche ore fatto sapere a tutta la nazione dell’amicizia tra l’attore pugliese e Giorgio Chiellini e del suo messaggio benaugurante agli azzurri. Chissà che i pochi che ancora non lo conoscono o non l’abbiano visto non siano andati a recuperare, magari in attesa di una nuova partita della nazionale, L’allenatore nel pallone, film del 1984 che vede Banfi proprio alle prese con il mondo del calcio e con nel cast vere e proprie star di questo sport dei primi anni ’80.
Oronzo Canà (Lino Banfi), allenatore che ha guidato alcune squadre provinciali al massimo della Serie B, come Foggia, Parma e Pescara, viene inaspettatamente chiamato sulla panchina della neopromossa Longobarda, compagine di una non meglio precisata cittadina del nord. Galvanizzato prima dall’idea di allenare in Serie A e deluso poi dalla campagna acquisti del Presidente Borlotti (Camillo Milli), che di fatto cede i due gioielli della squadra, Canà ottiene il permesso di volare in Brasile alla ricerca di un giocatore con cui rinforzare la rosa insieme al mediatore Bergonzoni (Andrea Roncato) e al suo amico Giginho (Gigi Sammarchi) che vive da tempo a Rio de Janeiro. A seguito di alcune peripezie, l’allenatore riesce a tornare in Italia con il talentuoso Aristoteles (Urs Althaus), che, dopo un avvio difficile, riesce a raddrizzare la stagione della Longobarda.
I successi cominciano a dare un po’ alla testa a Canà e i “boicottaggi” del capitano della squadra Speroni portano all’infortunio di Aristoteles e all’affondamento della Longobarda in zona retrocessione a poche giornate dal termine del campionato. Non tutto però è perduto, perché Aristoteles, ritrovata la forma fisica e anche la voglia di giocare grazie alla figlia di Canà, con cui inizia una relazione, porta la squadra vicinissima alla salvezza: basta vincere l’ultima partita, in casa, contro l’Atalanta. Borlotti chiede però al suo allenatore di perdere e gli svela che il motivo per cui gli aveva affidato e rinnovato l’incarico, nonostante le richieste di esonerarlo arrivate dai dirigenti, era proprio quello di evitare la permanenza nella costosa Serie A: se lascerà Aristoteles in panchina e consentirà la retrocessione della Longobarda, potrà ottenere il rinnovo del contratto con il raddoppio dell’ingaggio. Inutile dire cosa sceglierà di fare Canà: uno dei pregi del film diretto da Sergio Martino, infatti, è di schierarsi apertamente contro le combine. Anche per questo consigliamo, a chi non lo avesse ancora fatto, di vederlo. Senza dimenticare che sarebbe un bel modo di omaggiare Lino Banfi dato che il 9 luglio compirà 85 anni. Inoltre, L’allenatore nel pallone è indubbiamente uno dei film più riusciti di cui è stato protagonista.
È infatti diventato, a ragione, un cult, uno spaccato ironico e pungente sul mondo del calcio, fatto non solo di giocatori, ma anche di procuratori, dirigenti e giornalisti, cui hanno partecipato Pruzzo, Graziani, Ancelotti, Zico, De Sisti, Damiani, Spinosi, Maffei, Galeazzi e Martellini, solo per citarne alcuni. Una menzione a parte va fatta per Nils Liedholm, l’allenatore per il quale Canà nutre una particolare ammirazione. Come lo stesso Banfi ha avuto modo di raccontare, infatti, fu da un incontro con il “Barone” che nacque l’idea del film. Lo svedese disse all’attore che il suo modo di parlare gli ricordava quello di Oronzo Pugliese, allenatore dai modi piuttosto “atipici”, ma che ottenne negli anni ’60 dei risultati incredibili: il suo Foggia, che aveva portato dalla Serie C alla Serie A, riuscì a battere l’Inter di Herrera e a terminare la stagione al nono posto. E in effetti il personaggio di Canà sembra avere dei tratti in comune con Pugliese.
Per chiudere alcune curiosità sul film che può contare anche sulle musiche dei mitici Oliver Onions. Canà dice a Bergonzoni di avere 48 anni. Questo vuol dire che anche lui, come Banfi, è nato nel 1936. L’allenatore della Longobarda, inoltre, “profetizza” a Graziani la perdita dei capelli. Da ricordare che c’è stato un (purtroppo) dimenticabilissimo L’allenatore nel pallone 2 nel 2008. Anche se il vero sequel, che poi tale non è stato, è Mezzo destro, mezzo sinistro – 2 calciatori senza pallone, film del 1985 diretto ancora da Martino con protagonisti Gigi e Andrea nei panni di due giocatori della Marchigiana, squadra sulla cui panchina sarebbe dovuto arrivare, a stagione in corso, Oronzo Canà. Tuttavia, per motivi su cui non c’è chiarezza, Banfi non prese parte al film e la sceneggiatura venne riscritta. Ma di questo mancato sequel ci sarà occasione di parlare un’altra volta.
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