Attacco di Landini contro la Premier Meloni: “è la cortigiana di Trump”. Le mancate scuse e la replica della Presidente: “sinistra obnubilata dal rancore”
L’INSULTO CHOC DEL SEGRETARIO CGIL IN TV: “MELONI È SOLO LA CORTIGIANA DI TRUMP”. POI SI CORREGGE MA ORMAI…
Non si sono mai “amati” politicamente, spesso hanno duellato a distanza, ma nell’ultima polemica tra Giorgia Meloni e Maurizio Landini sembra che qualcosa sia andata anche oltre visto il tono e il contenuto dell’ultimo attacco del segretario generale della Cgil contro la Presidente del Consiglio. Nasce tutto nell’ultima intervista di Landini a “DiMartedì” al culmine di una settimana dove il cantiere della Manovra arriva alla sua definizione, e dove a livello internazionale ci si interroga su come evolverà lo scenario in Medio Oriente dopo l’accordo di pace siglato da Trump.
Da esponente ormai “politico” della sinistra italiana a tutti gli effetti, il capo del sindacato “rosso” ha accusato la Premier Meloni di essersi limitata a fare «la cortigiana di Trump», non muovendo un dito né sulle relazioni tra Italia e USA per quanto riguarda i dazi, ma soprattutto per gli eventi della guerra a Gaza. Il Governo italiano, come ripetono da giorni anche Pd, M5s e AVS, sarebbe colpevole di aver appoggiato Israele senza intervenire contro Netanyahu, ed è su questo che insiste Landini nella sua offensiva durissima in tv.
«È la sua cortigiana perché non si è mossa», mentre sono stati i cittadini italiani «che sono scesi in piazza per difendere la dignità e l’onore dell’Italia»: il riferimento è alle varie proteste di piazza tra gli scioperi, il sostegno alla Flotilla e l’accusa contro lo Stato ebraico di aver commesso un genocidio contro il popolo palestinese.
Ebbene, secondo Landini l’inezia della Premier Meloni è quanto di più colpevole possibile: il problema è però l’uso di quel termine che subito Floris ha tentato di bocciare sottolineando come «cortigiana sarà ripreso perché è un termine sessista». È però lo stesso giornalista che prova ad offrire una via d’uscita al n.1 del sindacato, «per caso intendi che rimane sulla scia di Trump senza incidere?».
LA REPLICA DELLA MELONI E LA TENSIONE CHE MONTA TRA GAZA, SCONTRI E MANOVRA
Landini prova allora a correggersi ma senza alcun tipo di scusa per il termine deprecabile usato poco prima: «intendo che lei sta alla corte di Trump, è il suo porta borse». Non basta affatto come “correzione” e infatti l’indomani – cioè oggi, alla vigilia dell’approdo della Manovra in CdM – arriva secca la replica della Presidente del Consiglio sui social con tanto di riferimento al dizionario per il termine “cortigiana”.
Secondo Meloni, l’intervento di Landini è una diapositiva “splendida” di quello che è certa sinistra oggi: per decenni spara morali a non finire «sul rispetto delle donne», ma poi quando si arriva a criticare una donna come la Presidente del Consiglio, «ecco che in mancanza di argomenti le viene dato della prostituta».
La leader del Governo bolla Maurizio Landini come «obnubilato da un montante rancore (che comprendo)» e che arriva a definire una responsabile delle istituzioni, ma anche una semplice donna ridotta a “cortigiana”. Parole dure, parole brutte che raccontano di un clima durissimo sull’asse Cgil-Governo che non nasce certo oggi: dalla carrellata di scioperi aumentata negli anni del Governo Meloni, le ultime settimane tra Flotilla e guerra a Gaza il grado di sfida è stato sempre più alto con scontri in piazza che non sono mai stati del tutto condannati da Landini e dalla sinistra che montava la rabbia nelle piazze.
Dopo il post sui social della Presidente, il segretario della Cgil è comunque intervenuto sottolineando di non aver mai voluto disporre alcun insulto sessista, «né ho rancore, anzi ho immediatamente chiarito cosa intendevo dire con un giudizio politico sul mancato ruolo del nostro Governo». Anche qui, nessuna scusa e nessun passo indietro: l’impressione è che lo scontro tra Meloni e Landini non sarà affatto l’ultimo…