Lapo Elkann e John Elkann/ “Zio Gianni Angelli era proprio Superman”

- Emanuele Ambrosio

John e Lapo Elkann sono i nipoti di Gianni Agnelli: "aveva una qualità unica, sapeva mettere a proprio agio ogni interlocutore"

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John e Lapo Elkann sono i nipoti di Gianni Agnelli, l’avvocato ed imprenditore italiano. Nati dall’amore tra Margherita Agnelli e il primo marito Alain Elkann, John e Lapo hanno anche una sorella di nome Ginevra. John Elkann ricopre il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato di EXOR N.V., Presidente di Stellantis N.V. e Presidente di Ferrari N.V. Classe 1976, John è nato a New York, ma ha studiato al Liceo Victor Duruy di Parigi dove ha conseguito il diploma, mentre si è laureato in Ingegneria presso il Politecnico di Torino. Recentemente, visti i suoi meriti, è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente Sergio Mattarella.

Il Presidente della Ferrari parlando proprio della squadra corse italiana di Formula 1 con sede a Maranello ha dichiarato: ” è in assoluto miglioramento, lo abbiamo visto nelle ultime gare ed è una buona premessa per fare di più”. La ripartenza dopo tanti mesi di pandemia è stato davvero emozionante come sottolineato dal Presidente: “anche da questa grande manifestazione e dall’entusiasmo nel guardare queste macchine che stanno attraversando una parte d’Italia”.

Lapo Elkann sullo zio Gianni Agnelli: “ascoltava con rispetto”

Tra i fratelli Elkann, Lapo Elkann è sicuramente quello che ha fatto più discutere. Da sempre al centro del gossip per la sua vita fatta di sregolatezza, Lapo ancora oggi ha un bellissimo ricordo dello zio Gianni Agnelli. Intervistato da tuttosport.it ha dichiarato: “lo vedevo lanciarsi in volo dall’elicottero, tuffarsi in acqua come Tarzan, andare da qui a là in un amen, era sempre in viaggio, non si fermava mai, lavorava, si occupava di giocatori e piloti; un attimo era in un posto, poi in un battibaleno era altrove. Sì, per me era proprio Superman”.

Non solo, Lapo ha sottolineato quanto lo zio fosse un uomo attento e generoso: “aveva una qualità unica, sapeva mettere a proprio agio ogni interlocutore. Che fosse un cameriere o il Presidente della Repubblica. Portava rispetto e trattava con rispetto. Ascoltava con rispetto. Mi diceva sempre: sai, Lapo, la gente ti chiama e tu devi richiamarla entro la giornata, anche se magari è una rottura di scatole, anche se magari è una questione che ti annoia. Senso del dovere, del rispetto appunto, e pure del divertimento di colloquiare. Dall’arte al calcio, dalle barche alle macchine e via discorrendo, la sua curiosità era senza confini, a tutto tondo”.





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