Larry Miller, colui che ha inventato il brand Air Jordan di casa Nike, legato al mito del basket Michael Jordan, ha confessato al mondo intero dopo oltre 50 anni di aver ucciso un ragazzo. Larry Miller, oggi 72enne, è il presidente del marchio Jordan, ma è anche il responsabile del settore pallacanestro di Nike e di Converse, ed è uno dei manager più apprezzati degli Stati Uniti. Una carriera impeccabile la sua, una vita indelebile, se non fino a quanto accaduto nelle scorse ore, quando lo stesso manager ha svelato di aver ucciso un ragazzo a colpi di pistola a Philadelphia nel lontano 1965, quando aveva appena 16 anni.
All’epoca Larry Miller si unì alla gang di Cedar Avenue e in breve tempo si trasformò da studente modello a bullo delle strade. Fu un omicidio per vendetta, visto che un compagno della sua gang era stato assassinato da una banda rivale: Larry Miller decise quindi di ubriacarsi, e assieme a tre amici andò a cercare il responsabile dell’omicidio con tanto di calibro 38. Colpì la prima persona che incontrò, il 18enne Edward White, che morì immediatamente ma che non c’entrava nulla con la guerra fra bande. «Questo mi rende ancora più difficile accettare ciò che ho fatto, perché non c’era nessun motivo», ha raccontato lo stesso parlando con Sports Illustrated, e annunciando l’uscita della sua autobiografia “Jump: My Secret Journey from the Streets to the Boardroom”, scritto assieme alla figlia maggiore Laila Lacy, l’unica che era a conoscenza di questo segreto. «Non c’era nessuna ragione valida perché succedesse, penso a quello che ho fatto ogni giorno», ha continuato Miller che per quell’omicidio scontò 12 anni di galera.
LARRY MILLER: “PER ANNI SONO FUGGITO DA QUESTA STORIA”
Quando lasciò il carcere, a 30 anni e con una laurea alla Temple University, il futuro manager Nike era un uomo diverso e di conseguenza decise di tenere nascosto il suo segreto, anche ai figli e agli amici più intimi. «Per anni sono fuggito da questa storia, ho provato a nasconderla nella speranza che la gente non la scoprisse», ma oppresso da incubi ricorrenti ed emicranie fortissime, ha deciso di svuotare il sacco nel suo libro.
«Un errore, anche il peggiore – dice – non può controllare quello che succederà nelle nostre vite». Miller ha già informato a poco a poco tutte le persone a lui vicine in questi ultimi mesi, a cominciare da Michael Jordan, passando per i suoi capi alla Nike, quindi il commissioner della Nba, Adam Silver. «È una storia incredibile di seconde opportunità», le parole di un portavoce dell’azienda del baffo «Siamo orgogliosi di Larry e della speranza che la sua vicenda può offrire».