La trasmissione “Nella mente di Narciso” – in onda questa sera su Rai 2 a partire dalle ore 23:15 con la conduzione di Roberta Bruzzone – si occuperà della morte di Laura Ziliani, la vigilessa di Temù (piccola cittadina alle porte di Brescia) che è stata uccisa dalle figlie Silvia e Paola Zani e dal loro amante Mirto Milani: proprio quest’ultimo – e ci torneremo a breve – secondo la Corte avrebbe manipolato le due ragazze per indurle a compiere il più terribile dei reati in ambito familiare.
Prima di arrivare a Silvia, Paola e Mirto, però, è certamente utile partire dall’inizio e per farlo dobbiamo riavvolgere il nastro fino all’8 maggio del 2021: proprio quel giorno, le figlie di Laura Ziliani allertarono le autorità per la sparizione della madre, raccontando che avevano trascorso la sera prima assieme e che la donna in mattinata si sarebbe allontanata per un’escursione in montagna dalla quale sarebbe dovuta tornare per un impegno che avevano organizzato in quella stessa giornata.
Le ricerche di Laura Ziliani inizialmente non diedero alcun risultato, almeno fino a quando il successivo 26 maggio emerse dal torrente Fiumeclo una scarpa che le figlie riconobbero essere della madre: un ritrovamento al quale ne seguirono altri due – tra le seconda scarpa e un paio di jeans – e che portò gli inquirenti a sollevare i primi dubbi sulla posizione delle figlie, dato che il luogo del ritrovamento non era compatibile con l’ipotesi di un incidente durante l’escursione.
Cos’è successo a Laura Ziliani: sedata, strangolata e sepolta sull’argine di un fiume delle figlie e dal loro amante
Tutti i dubbi che fino a quel momento avevano sollevato gli inquirenti trovarono una conferma dopo circa un paio di mesi, quando fu trovato sull’argine del fiume Oglio il corpo – ormai in avanzato stato di decomposizione – di Laura Ziliani: l’autopsia confermò che la morte della vigilessa era dovuto a strangolamento; mentre al contempo nei suoi polmoni non fu trovata acqua (che avrebbe avvalorato l’idea di un annegamento) e furono trovate ingenti quantità di benzodiazepine nel sangue.

Analizzando gli spostamenti delle figlie e del loro amante si scoprì che avevano visitato le tre aree in cui furono trovati i vestiti in momento immediatamente precedenti al ritrovamento e il quadro apparve piuttosto chiaro: furono tutti e tre arrestati, ma per arrivare a una confessione – inizialmente da parte del solo Milano, poi di tutti e tre – si dovettero attendere ancora diversi mesi nel corso dei quali rifiutarono categoricamente di rispondere alle domande degli inquirenti.
Dalle indagini, dalle confessioni e dai processi si è ricostruito che Laura Ziliani fu prima sedata con dei muffin contenenti benzodiazepine preparati dalle figlie per poi essere strangolata e sepolta poco dopo in quell’argine in cui fu trovata: per la procura il movente è da ascrivere a ragioni principalmente economiche dato che la vigilessa possedeva diverse proprietà; mentre secondo il “trio diabolico” si trattò di una sorta di legittima difesa dato che le figlie da tempo temevano che la madre le stesse avvelenando per liberarsi di loro e vivere tranquillamente la sua terza età.