IL SIMBOLO DELL’AMORE DI DIO ALL’UMANITÀ: LA LAVANDA DEI PIEDI “APRE” IL TRIDUO DI PASQUA
Se è vero che a livello liturgico è la Santa Messa del Crisma ad aprire il Giovedì Santo, uno dei fulcri chiave del Triduo Pasquale è rappresentato dalla Lavanda dei piedi che si celebra in questo ultimo giorno di Quaresima prima della Messa in Cena Domini. Al di là del rito che negli ultimi anni è tornato “mediatico” per la scelta interessante di Papa Francesco di procedere con la Lavanda dei piedi con diversi carcerati ogni anno, il gesto di lavare i piedi rimanda alla memoria di quanto fatto Gesù con i suoi discepoli prima dell’Ultima Cena, ed ha un preciso significato “simbolico”.
L’ospitalità e il servizio, il dono e l’amore, la vicinanza e l’umiltà: è un gesto “intimo” quello della Lavanda dei piedi, decritto nei Vangeli come il momento in cui il Signore nelle sue ultime ore con i discepoli – quando già sapeva del tradimento nato nel cuore di Giuda Iscariota – decide di compiere un gesto “rivoluzionario” per l’epoca. Pulire e lavare i piedi era normalmente un gesto compiuto dai servizi, gli schiavi, verso i propri padroni, o di una moglie verso il proprio marito, così come un figlio con il padre. Gesù invece “inverte” la tradizione e si mette a pulire i piedi dei Dodici, stupiti per quanto vedevano loro davanti.
Tra le tane usanze ebraiche prima della Pasqua, la Lavanda dei piedi viene scelta da Gesù appena prima dell’Ultima Cena, inizio effettivo del Triduo verso la Passione, morte e resurrezione di Pasqua: davanti alla opposizione iniziale di San Pietro che reagisce come potremmo in realtà essere tutti noi davanti a chi teniamo, il Cristo replica con pazienza, «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo» (dal Vangelo di Giovanni, ndr). La Lavanda è un messaggio, una “lezione” donata da Gesù ai suoi discepoli, e in realtà all’intera umanità: per comunicare il bene e la Verità serve donarsi, fino al servizio più umile e “piccolo” ma che annulla qualsiasi propria tentazione a sentirsi superiori del prossimo.
IL “RITO” DEL CARCERE CON PAPA FRANCESCO A RISCHIO QUEST’ANNO: IL MESSAGGIO PER LA LAVANDA DEI PIEDI
La gratuità del Signore che si abbassa ad aiutare e salvare l’umanità intera rende la Lavanda dei piedi uno dei momenti più commoventi dell’intero messaggio cristiano: prima della cena dove svelerà agli Apostoli che uno di loro lo tradirà, Gesù risponde all’ammonimento di San Pietro circa il suo abbassarsi ai piedi dei suoi amici. Un gesto di compassione, un gesto di amore che dura nei secoli e che viene riproposto prima di ogni Triduo da molte comunità, a cominciare dal Vaticano in primis.
Stante però le condizioni di salute precarie di Papa Francesco, ancora in convalescenza nonostante i miglioramenti importanti dopo il ricovero, difficilmente quest’anno il Santo Padre riuscirà a riproporre il gesto della Lavanda dei piedi. Il rituale preso ad usanza da Papa Bergoglio fin dall’inizio del suo Pontificato potrebbe dunque “fermarsi” per quest’anno, a meno che qualche sorpresa improvvisa non possa essere svelata dal Santo Padre nel pomeriggio di oggi. Già ha sorpreso tutti ieri con l’annuncio della presenza oggi Giovedì Santo alle ore 16 nel carcere di Regina Coeli per incontrare i detenuti e assistere alla Messa in Cena Domini dentro all’istituto.
La Chiesa Cattolica ha comunque disposto l’appuntamento della Messa in Cena Domini all’interno di San Pietro questo pomeriggio 16 aprile 2025: non è però del tutto da escludere un brevissimo momento di Lavanda dei piedi, anche se i movimenti ridotti e le fatiche motorie accusate dal Pontefice dopo il ricovero per la polmonite tendono a far escludere tale scenario.
Non per questo viene meno la vicinanza del Santo Padre ai detenuti e le detenute che ogni anno vengono ricordate come segno di stretta relazione con gli ultimi e più “indesiderati” della società: come ha spiegato nell’omelia dello scorso anno con le carcerate di Rebibbia, dopo aver loro lavato i piedi con oli profumati, «tutti noi abbiamo piccoli fallimenti, grandi fallimenti: ognuno ha la propria storia. Ma il Signore ci aspetta sempre, con le braccia aperte, e non si stanca mai di perdonare».