Storie Italiane tratta stamane il caso della povera Lavinia Montebove, la bimba che si trova in stato vegetativo dopo essere stata investita all’asilo. Pochi giorni fa si è chiuso il processo d’appello con due condanne, la madre che ha investito la piccola e la maestra che doveva vigilare sulla stessa, dopo che il 18 agosto del 2018 la piccola venne appunto condannata ad una vita tutt’altro che normale, in stato vegetativo irreversibile. Oggi la bimba ha 8 anni, è tetraplegica, non riesce quasi a vedere, ed è sempre attaccata a dei macchinari per respirare e per nutrirsi.
“Ci mettiamo un po’ l’anima in pace, i nostri cuori sono un po’ curati, nostra figlia che era sana non è finita in stato vegetativo per caso ma perchè qualcuno ha fatto qualcosa, quindi la soddisfazione c’è”, commenta il padre della piccola Lavinia Montebove. “Lei ci da la forza di andare avanti ogni giorno perchè dimostra un vero attaccamento alla vita”, aggiunge la madre. “Due gradi di giudizio hanno accertato la responsabilità – racconta ancora il padre – noi quello chiedevamo. Ad un certo punto sembrava che questa bimba si fosse quasi suicidata.
LAVINIA MONTEBOVE, LA MAMMA: “SE NON FOSSE STATA CARICATA IN AUTO…”
E ancora: “Ovviamente c’è ancora la Cassazione ma è stato accertato che c’è una maestra che forse non ha vigilato e una persona che poteva guidare in maniera più accorta”. Il problema è che quella bimba è stata caricata in macchina e portata in ospedale, e forse questo soccorso ha complicato ancora di più la situazione: “E’ una ipotesi molto probabile – dice la madre – i traumatizzati non vanno spostati, bisognava cambiare l’ambulanza dicendo che la bimba era in stato di incoscienza e i soccorsi sarebbero arrivati in fretta e qualificati per una situazione grave come la sua”.
Il padre ha aggiunto: “Noi abbiamo sempre creduto nella giustizia, ci siamo sempre supportati con i nonni, e poi abbiamo altri due bambini meravigliosi fra cui una piccoletta di 5 anni che è stata la nostra sfida. E poi c’è Lavinia che è viva, in questo periodo non sta al top, veniamo da un ricovero molto lungo a gennaio e c’è stato un peggioramento”.
LAVINIA MONTEBOVE, LA MAMMA. “NOSTRA VITA E’ STRAVOLTA”
La madre aggiunge: “Abbiamo un po’ di assistenza infermieristica, abbiamo la forza della famiglia che si è stretta attorno a noi, quando si verificano questa tragedia si stravolgono gli equilibri, noi non abbiamo più privacy in casa visto che per 18 ore c’è sempre qualcuno che ci assiste. Lavinia ci insegna ogni giorno che la vita è un dono e va custodita e lei continua ad essere preziosa come il primo giorno”.
Il magistrato Valerio De Gioia aggiunge: “Io sono loro amico, ed è un pugno vedere Lavinia, ha l’età di mia figlia. Ciò che è capitato a loro è un evento incredibile. La sentenza ha accertato la responsabilità, l’unica cosa che mi sento di dire è che non si è prescritto questo reato, loro hanno fatto una corsa contro la prescrizione e quando vince la prescrizione ha perso tutto il sistema quindi esprimo una soddisfazione per questo a parte tutte le valutazione che io possa esprimere in quanto amico di Massimo e di Lara”.
Il padre ha ripreso la parola: “L’asilo è stato chiuso per motivi amministrativi, la maestra stessa condannata era la responsabile della struttura, era un asilo nido privato”, aggiungendo che la difesa: “Ha osato dire che la bimba gattonava troppo velocemente e che per questo è riuscita a sottrarsi al controllo delle maestre”, quindi sembrava quasi se fosse stata colpa della piccola. “Grazie a Dio questo processo non ha fatto prescrivere il reato”, ha chiosato il magistrato De Gioia, ribadendo la sua vicinanza alla famiglia di Lavinia Montebove.