Il Programma GOL, come noto, è la parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza che mira a migliorare l’occupabilità dei lavoratori attraverso una serie di interventi di formazione e riqualificazione professionale.
Il programma prevede, nel dettaglio, diverse misure, tra cui l’orientamento e il bilancio delle competenze, la formazione professionale e l’accompagnamento al lavoro.
Per quanto riguarda le misure “Formazione professionale”, il Ministero, in raccordo con le Regioni e grazie alla collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, ha sviluppato delle soluzioni e-learning, nell’ambito di questo programma, per supportare nello specifico la formazione digitale di cittadini disoccupati o in transizione lavorativa.
È opportuno ricordare, infatti, che GOL ha l’ambizioso obiettivo di coinvolgere ben 800.000 persone in attività formative, 300.000 delle quali in quelle relative alle competenze digitali.
A tal fine si prevede, dai giorni scorsi, l’erogazione di un percorso formativo EDO, l’Educazione digitale per l’occupazione, standardizzato di 16 ore, al completamento del quale verrà rilasciato un attestato.
Il cittadino riceverà, prima di tutto, una comunicazione (email e/o sms) che lo invita a partecipare all’iniziativa, contenente il link al sito dedicato dove si trovano tutte le informazioni sull’iniziativa e il pulsante per accedere alla piattaforma di e-learning. Qui, tramite Spid o Cie, si può scegliere tra i vari corsi disponibili che concorrono al completamento del percorso di 16 ore.
Il cittadino ha, quindi, ben 15 giorni dal primo accesso per completare le 16 ore di corso e superare il test finale. Al completamento del corso, il cittadino potrà rivolgersi ai Centri per l’impiego della Regione di appartenenza per ottenere così l’attestazione.
Si prova, insomma, con nuovi, e ulteriori strumenti, a rendere questo nostro Paese un pò più digitale e un pò meno analogico.
Ce lo chiede l’Europa, si potrebbe dire, ma ce lo chiedono, soprattutto, le trasformazioni già in campo, nelle nostre vite e nel mercato del lavoro. Si pensi, ad esempio, alle sfide che l’intelligenza artificiale pone a tutti noi a partire, in particolare, dalle persone più fragili della nostra società.
Il rischio da scongiurare è che si amplino, ulteriormente, le già profonde disuguaglianze sociali presenti nelle nostre comunità e che la digitalizzazione delle nostre vite diventi per molte (troppe) persone non un’opportunità ma un “nemico”. La speranza è che “Edo”, nel suo piccolo, possa dare un contributo utile e che non diventi l’ennesima occasione mancata di provare a “modernizzare” il Paese.
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