L’Ocse ha pubblicato il suo rapporto sull’attrattività dei talenti dei Paesi membri. I dati sono al 2023, ma la pubblicazione è del 15 aprile scorso.
Partiamo dalla posizione dell’Italia relativamente a 38 Paesi su quattro categorie: lavoratori altamente qualificati 31° posto; imprenditori 24° posto; studenti internazionali 21° posto; fondatori di star-up 19° posto.
C’è da dire che stiamo recuperando: rispetto alla prima edizione del 2019, l’Italia ha migliorato la sua posizione per i lavoratori altamente qualificati e gli imprenditori, ma rimane comunque nella parte bassa della classifica.
I punti di forza dell’Italia sono importanti; il costo della vita è relativamente più basso rispetto ad altri Paesi Ocse e l’Italia ottiene punteggi discreti nell’Indice di qualità della vita dell’Ocse, che considera aspetti come benessere, ambiente e sicurezza.
L’Ocse individua anche i fattori per cui l’Italia si trova indietro in molte classifiche. Alcuni di questi sono oggettivi: l’infrastruttura digitale ha ancora una bassa diffusione della banda larga e in particolare della fibra; inoltre, il processo di richiesta dei visti è scarsamente digitalizzato.
Ma l’Ocse punta il dito soprattutto sulle politiche migratorie, tasto dolente per ogni Governo, e che di solito vengono associate solo al problema dell’immigrazione clandestina lungo le rotte del traffico umano. Le politiche migratorie complessive hanno comunque un peso anche sull’immigrazione di qualità. In particolare, in Italia è difficile il passaggio da permessi temporanei a permanenti e ci sono tempi lunghi per l’acquisizione della cittadinanza.
Gallup pubblica un Indice di accettazione dei migranti (Mai) che indica per l’Italia una percezione sociale meno favorevole verso gli immigrati. In generale, il mercato del lavoro ha un alto tasso di disoccupazione e sottoccupazione tra i migranti.
Le proposte dell’Ocse ricalcano l’analisi dei punti di debolezza e vanno nella direzione di rafforzare la dotazione di infrastrutture digitali da una parte e nel garantire processi di immigrazione regolare facilitati per le alte professionalità. In particolare, i suggerimenti per i lavoratori altamente qualificati sono:
– semplificare i requisiti per l’ingresso;
– facilitare il passaggio da permessi temporanei a permanenti e accelerare i processi per l’acquisizione della cittadinanza;
– introdurre misure specifiche come supporto finanziario e percorsi dedicati per dipendenti internazionali di start-up.
Le simulazioni dell’Ocse mostrano che con l’implementazione delle migliori pratiche migratorie, l’Italia potrebbe ridurre significativamente il divario dai Paesi leader, soprattutto nella categoria delle start-up.
Ci sarà sicuramente chi obbietta che con tutti gli italiani che vanno all’estero si potrebbero impiegare le risorse per farli rimanere oppure rientrare. Cosa giustissima, soprattutto se si mette mano a una politica dei salari e del merito che renda conveniente restare in Italia, ma ciò non esclude in nessun modo che si faciliti l’arrivo di talenti da altrove: mettere assieme molte persone capaci, da dovunque vengano, è sempre stato un fattore di sviluppo e la storia d’Italia lo insegna.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.