INDAGINE/ Minimo storico per la fiducia dei lavoratori italiani
La fiducia dei lavoratori è in discesa. Lo evidenzia l’Indice di fiducia dei lavoratori dipendenti italiani, una rilevazione realizzata da Gi Group in collaborazione con OD&M Consulting

La fiducia dei lavoratori italiani è in discesa. Lo evidenzia l’Indice di fiducia dei lavoratori dipendenti italiani, una rilevazione realizzata da Gi Group in collaborazione con OD&M Consulting, che ha coinvolto oltre 3.700 dipendenti italiani. A ottobre, il dato (che va in una scala da 0 a 100) è stato pari a 31,6, in discesa di oltre 5 punti rispetto ad aprile, facendo segnare il valore record negativo. Il livello di fiducia è particolarmente diminuito tra i giovani under 30 (33 punti, -6 rispetto ad aprile), tra i quadri (33,5 punti, -6 rispetto ad aprile) e i lavoratori delle medie imprese (32,5 punti, -7,5 rispetto ad aprile). Molto bassa è la fiducia nelle istituzioni nazionali e sovranazionali (17 punti, -3 rispetto ad aprile), mentre cala vistosamente quella nel mercato del lavoro (37,6 punti, 9 in meno di sei mesi fa).
“In questo preciso momento storico, fiducia e crescita sono strettamente correlate, ma soprattutto non ci può essere crescita senza fiducia”, è il commento di Stefano Colli-Lanzi, Amministratore delegato di Gi Group, che indica anche l’area di intervento più importante in questo contesto: “Ritengo sia necessario prima di tutto affrontare il problema del debito, sia a livello europeo che Italiano. Per quanto riguarda l’Italia, dobbiamo renderci conto che avere un debito pubblico di queste dimensioni pregiudica ogni possibile azione. Ricorrendo a una metafora, oggi il nostro Paese è simile a una vecchia casa in cui urgono lavori di ristrutturazione. Allo stesso tempo l’incendio del debito non dà margini di manovra. È assolutamente necessario quindi, prima di tutto, risolvere il problema del debito, magari anche attraverso decisioni che al momento possono sembrare impopolari, ma che servono per procedere a cambiamenti strutturali, su diversi temi, di cui il Paese ha bisogno. Tra questi cambiamenti strutturali un tema importante riguarda il mercato del lavoro. Ritengo a tal proposito che sia necessario applicare quelle riforme, che la Bce ci chiede, per un mercato del lavoro: più flessibile, più sicuro, più equo e pertanto meno duale di quanto non lo sia oggi. Si tratta di riforme a costo zero, che vanno nella direzione della flexicurity e che dovrebbero essere tra le priorità all’interno delle riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno”.
Nell’ambito del forte calo generalizzato di fiducia che ha riguardato tutte le categorie, compresi diplomati e operai, i meno “pessimisti” restano i dirigenti (36 punti), i lavoratori della grande impresa (35 punti) e i laureati (33 punti).
Nel clima generale di sfiducia riemerso negli ultimi mesi, sembra che gli italiani continuino, però, a credere nelle capacità della propria azienda di affrontare positivamente la difficile fase attuale: il valore più alto della rilevazione, infatti, è relativo alla fiducia nella situazione economico-finanziaria attuale dell’impresa (51 punti). Viceversa, il valore più basso della rilevazione riguarda la capacità del Governo di migliorare la situazione del mercato del lavoro (10 punti).
L’Indice di Fiducia dei lavoratori dipendenti italiani è una rilevazione statistica nazionale semestrale basata su 3.700 lavoratori dipendenti rappresentativi di tutte le categorie professionali e sull’intero territorio italiano. Sono diplomati (36%) e laureati (31%) e appartenenti a una fascia d’età compresa per lo più tra i 41 e i 50 anni (37%) e nella fascia 31-40 anni (42%). L’indice Gi Group di Fiducia dei Lavoratori è aperto ad altri contributi e basta collegarsi al sito www.indicedifiducia.it. Alla fine delle compilazione del questionario è possibile confrontare il proprio indice di fiducia con quello generale.
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