IL CASO/ 2. Loy (Uil): perchè nessuno “smaschera” i silenzi di Confindustria?
Settimana cruciale per gli incontri tra governo e parti sociali in vista delle riforme del mercato del lavoro. Oggi tocca alla Uil cui appartiene GUGLIELMO LOY parlare con Elsa Fornero

VERTICE FORNERO SINDACATI: IL PUNTO CON GUGLIELMO LOY (UIL) Il calendario degli incontri tra Governo e sindacati prevede per oggi, tra gli altri, il confronto tra il ministro del Welfare, Elsa Fornero, e la Uil. La Cgil di Susanna Camusso, dopo alcune dichiarazioni un poco sopra le righe, ha accettato gli incontri bilaterali e ha pure accettato di discutere punto su punto, senza barricarsi dietro a questioni di principio. In fondo si tratta di una prima ricognizione, anche se il tempo non concede tregua e un accordo complessivo tra Governo e sindacati è cruciale sulla strada di Mario Monti. Guglielmo Loy, membro della segreteria confederale della Uil con delega al lavoro e alla formazione, riassume i termini di quello che sarà il dibattito con il Ministro.
Che cosa metterete sul tappeto in questo primo incontro con Elsa Fornero?
Alcune questioni dovremo porle per forza, vista la situazione complessiva che stiamo vivendo. Questioni che non riguardano solo il ministro del Welfare, ma il Governo in generale. Il punto fondamentale che va affrontato è quello della crescita. Per difendere il lavoro, se non si affronta il problema della crescita non si va da nessuna parte.
Come dovrebbe comportarsi il Governo in una situazione simile?
Deve pure affrontare questo tema, perché ormai la pressione fiscale è altissima, insopportabile, e c’è la necessità di rilanciare i consumi. Senza interventi di questo tipo, tesi a favorire la crescita del Paese, a mio parere, la situazione si complica ulteriormente.
Questo è un punto complessivo, ma poi entrerete nello specifico di vari punti che si stanno dibattendo?
Certamente. Ma vorremmo anche sapere che cosa stanno facendo e pensando le imprese, cioè Confindustria. In questo momento, mentre i sindacati stanno confrontandosi con il ministro del Welfare e con il Governo, notiamo che c’è un silenzio assordante di Confindustria. La sensazione è che il mondo delle imprese si sia un po’ defilato, sia quasi nascosto dietro il Governo. Gli accordi che si devono trovare non riguardano, però, solo sindacati e Governo, ma le parti sociali, cioè sindacati e imprese, Non vorremmo che dopo i confronti con il Governo, le imprese ridiscutessero alcuni punti dopo aver trovato “alcuni regali di Natale” sotto l’albero. Intanto, ho notato una dichiarazione da parte di qualche esponente di Confindustria che parla dell’accordo del 28 giugno, definendolo oneroso.
Che punti volete mettere a fuoco?
Beh, ce ne sono parecchi. Vogliamo discutere sul tema dell’entrata nel lavoro? Vediamo che tipo di accordo si può trovare con le imprese. Lo stesso vale per il tema dell’uscita. Poi ci sono problemi di costo del lavoro? Affrontiamoli. Così come quelli del territorio e delle differenti realtà. Il riferimento qui va inevitabilmente al Mezzogiorno italiano.
Si può verificare, in una situazione come quella in cui viviamo, anche una crisi aziendale.
Nessuno può negare un fatto del genere in simili situazioni. Ma anche in questo caso si può discutere e creare delle forme di deroghe agli accordi generali. C’è un’azienda in difficoltà che ha bisogno di ridurre il personale? Può capitare eccome. Allora vediamo insieme quello che si può fare, con alcune deroghe.
Dal confronto tra Cgil e Elsa Fornero, sembra che si sia fatto un passo avanti significativo sull’entrata nel mondo del lavoro. In sostanza, si potrebbero allungare quelli che sono gli attuali tempi di prova del lavoratore assunto?
Sì, una mediazione sui questo punto si può trovare. La stanno anche cercando nel Partito democratico, mettendo in atto una specie di contratto di inserimento, con la durata di uno o due anni, qualcuno pensa anche a tre. In questo caso lo spazio di mediazione c’è. Ma tutto questo si inquadra su tre punti: una spinta alla crescita, un atteggiamento un po’ più attivo in questa fase da parte delle imprese e una difesa del lavoro.
(Gianluigi Da Rold)
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