PENSIONI/ Esodati. Proietti (Uil): il Parlamento è ormai “ostaggio” della Ragioneria

- int. Domenico Proietti

Secondo DOMENICO PROIETTI, sarebbe stato sufficiente incidere realmente sui costi della politica per recuperare diversi miliardi di euro e risolvere definitivamente la vicenda degli esodati

parlamento_R439 Immagine di archivio

Nuovo “dietrofront” sulla questione esodati. Puntualmente, è arrivata l’ennesima bocciatura da parte della Ragioneria dello Stato agli emendamenti riscritti dalla commissione Bilancio dopo che questa aveva, a sua volta, bocciato le correzioni della commissione Lavoro nell’ambito della legge di stabilità. In sostanza, i relatori Brunetta e Baretta avevano individuato le risorse per mettere al riparo gli esodati del biennio 2013-2014 nei risparmi provenienti dai 9.1 miliardi di euro stanziati per coprire i 128.900 lavoratori già rimasti senza reddito da pensione e da lavoro. Non solo: era stato previsto anche un monitoraggio costante da parte dell’Inps, per conoscere l’ammontare esatto di ulteriori risparmi negli anni successivi. Infine, i relatori avevano previsto una clausola di salvaguardia che avrebbe dovuto consistere, laddove i soldi non fossero bastati, nel blocco dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni 5 o 6 volte il minimo. Ma, secondo la Ragioneria, questa volta la commissione è stata troppo generosa del definire la platea di meritevoli di tutela. Tutto da rifare. IlSussidiario.net ha fatto il punto sulla situazione con Domenico Proietti, segretario confederale della Uil con delega alle Politiche fiscali e previdenziali. «Ovviamente, alla Ragioneria spetta il compito di vigilare sulle coperture economiche. Ma, da tempo, assistiamo a un fatto anomalo: sembra quasi che le sue decisioni contino molto di più di quelle del Parlamento, nei confronti del quale non si fa scrupoli a effettuare continue invasioni di campo». D’altro canto, rispetto alla vicenda degli esodati, convalidare i provvedimenti del Parlamento significherebbe sconfessare il governo. «Equivarebbe a riconoscere che il governo si è ostinato per sei mesi a negare il problema degli esodati. E che l’impianto stesso della riforma è profondamente sbagliato e da rivedere. Peggiorerà la vita di moltissime persone, senza prevedere un regime transitorio come tutti i sistemi previdenziali di tutto il mondo». E, come se non bastasse, era perfettamente inutile. «Di recente l’Inps ha pubblicato un documento in cui dimostra come gli accessi al trattamento previdenziale siano radicalmente diminuiti per effetto dei provvedimenti precedenti alla riforma Fornero. Il sistema, come oltretutto aveva certificato la stessa Commissione europea, era in equilibrio. La riforma è stata varata esclusivamente per esigenze di cassa».

Tornando agli emendamenti, «tutti sanno che le risorse che erano state allocate, con ogni probabilità, non saranno utilizzate interamente. Effettivamente, quindi, buona parte di quei 9 miliardi si potrebbero utilizzare per tutelare altre persone. Ma, al di là di questo, sarebbe sufficiente iniziare a incidere realmente sui costi della politica. Quanto fatto finora è profondamente inadeguato. Occorre diminuire il numero dei parlamentari, abolire realmente le province o vendere le quote possedute dalle amministrazioni pubbliche dentro le municipalizzate, per esempio. Con queste operazioni, si potrebbero recuperare diversi miliardi di euro».

C’è dell’altro: «Siccome non tutti gli esodati diventeranno tali nel medesimo istante, ma si troveranno senza reddito da pensione e da lavoro nell’arco  di diversi anni, si dovrebbe istituire un tavolo di verifica tra governo, parti sociali, Inps e commissioni parlamentari volto a effettuare un serio monitoraggio della situazione. E, di anno in anno, individuare le risorse necessarie per chi si troverà nella condizione di esodato nell’imminenza, e quelle che sono state risparmiate dalle coperture precedentemente individuate. Questo è quello che dovrebbe fare la buona politica. Il balletto delle ultime settimane non può proseguire». 

 

(Paolo Nessi)





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