Pessime notizie per i circa mille dipendenti dell’azienda Bridgestone con sede a Bari. Il noto gruppo che opera in tutta Europa e produce pneumatici infatti denuncia il calo di domande per i suoi prodotti e l’intenzione di procedere con la chiusura di diversi stabilimenti. Nel capoluogo pugliese è subito allarme: il sindaco della città denuncia il caso, impossibile da sostenere dice. Bisogna immediatamente incontrare i vertici aziendali. Stesso allarme da parte del governatore Nichi Vendola che chiede subito l’apertura di un tavolo di negoziati. Da parte sua la Bridgestone ha annunciato la fine della produzione non oltre la prima metà del 2014: in Europa l’azienda dispone di otto impianti di produzione, tra cui sedi in Spagna, Francia, Polonia e Ungheria. Nessun problema invece, dicono i vertici aziendali, per le altre attività del gruppo che operano in Italia ad esempio il Centro Europeo di Ricerca & Sviluppo di Roma e la struttura commerciale di Agrate Brianza. Tra le motivazioni invece espresse dall’azienda per la chiusura dello stabilimento di Bari il calo della domanda generale e quindi la crisi del settore. Inoltre viene segnalata anche la concorrenza dei paesi emergenti in particolare per la fascia di prezzo più bassa. Come detto è intervenuto sul caso anche Nichi Vendola che ha fatto presente di aver scritto al ministero per lo sviluppo economico chiedendo l’apertura di un tavolo per discutere la faccenda. “Chiederò immediatamente l’apertura di un tavolo nazionale sulla questione perché si possa da una parte scongiurare una chiusura così disastrosa che manderebbe a casa centinaia di lavoratori, privando il territorio di una risorsa e dall’altra si possano esplorare tutte le soluzioni possibili, individuando le cause e ponendo una credibile strategia di intervento” ha detto. Secondo l’azienda invece le motivazioni sono dovute alla crisi della domanda “dei pneumatici per autovetture scesa dalle 300 milioni di unità del 2011 alle 261 milioni del 2012 (-13%), con previsioni che stimano un recupero dei volumi pre-2011 soltanto a partire dal 2020”.
NJel suo comunicato l’azienda fa sapere di essere disponibile a individuare con chi di dovere le strategie più efficaci per ridurre l’impatto sui 950 lavoratori dello stabilimento pugliese.