PENSIONI/ Esodati. Centrella (Ugl): non siamo ancora a metà dell’opera. Facciamo una patrimoniale “apposita”
Secondo GIOVANNI CENTRELLA, con l’ultimo decreto che ha salvaguardato altri 10mila esodati, cambierà ben poco. Siamo ancora ben lungi dall’aver rimediato all’emergenza

E’ stato compiuto un nuovo passo in avanti per condurre alla risoluzione della vicenda degli esodati. Il ministero del Lavoro, d’intesa con quello dell’Economia, ha firmato ieri il terzo decreto attuativo per concedere le deroghe ad altri 10.130 lavoratori che, per effetto della riforma delle pensioni e del repentino innalzamento dei requisiti, si trovano o sono in procinto di trovarsi senza alcun reddito per molti anni (anche sette, in certi casi). In particolare, il provvedimento salvaguarda 2.560 lavoratori in mobilità ordinaria o in deroga, 1.590 autorizzati al versamento volontario dei contributi previdenziali, 5.130 cessati (i veri e propri esodati; coloro, cioè, che hanno accettato la cessazione del rapporto di lavoro anticipatamente in seguito ad un congruo indennizzo) e 850 prosecutori volontari in attesa di concludere la mobilità. Complessivamente, quindi, siamo a quota 140mila lavoratori tutelati. Una cifra che, secondo Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, è ancora del tutto insufficiente.
Il sindacato è soddisfatto di quanto è stato fatto finora?
Non siamo neppure a metà dell’opera. Anzi, direi che siamo decisamente al di sotto. Secondo l’Inps, infatti, gli esodati sono complessivamente circa 392.000. Il problema, tuttavia, è che non siamo in grado di sapere quanti siano effettivamente. Ci sono migliaia di aziende, infatti, specialmente quelle più piccole, che hanno sottoscritto gli accordi senza che l’Inps ne sapesse nulla. Eppure, anche costoro vanno salvaguardati.
Come giudica, nel merito, il decreto?
Creerà molti problemi. Uno degli elementi di maggiore iniquità è rappresentato dal fatto che il provvedimento non preveda le salvaguardie per coloro che, dal momento in cui hanno accettato la cessazione del rapporto con la propria azienda, hanno svolto un’attività lavorativa. E’ impensabile che uno non possa ricevere le tutele a cui ha diritto solo perché, in questo frangente, ha accettato impieghi part-time o piccoli lavoretti che gli consentissero di sopravvivere.
Il decreto prevede, inoltre, che chi richiede le deroghe presenti domanda per accedere al beneficio: i prosecutori volontari all’Inps, i cessati e i mobilitati alle direzioni territoriali del lavoro. Le risulta che tali pratiche possano procedere senza intoppi?
Assolutamente no. Le procedure sono estremamente complicate, lunghe e farraginose. Al punto che, spesso, chi ha diritto alla salvaguardia, non riesce a ottenerla a causa della burocrazia.
Sui circa 130mila sin qui – sulla carta – salvaguardati, quanti sono riusciti effettivamente a ottenere le deroghe?
Presumibilmente, meno del 10%.
Come giudica, in ogni caso, l’atteggiamento delle forze politiche? Hanno dedicato la dovuta attenzione alla vicenda?
Per nulla. Nessuno si sta preoccupando, seriamente, di quello che sta accadendo a queste persone. Oltretutto, siamo soliti imputare le responsabilità maggiori al ministero quando, in realtà, sono stati i partiti a votare, consapevolmente, la riforma della pensioni, il provvedimento che ha dato luogo alla questione degli esodati.
Lei cosa si augura?
Che il prossimo governo, il cui premier dovrebbe essere incaricato oggi, indichi negli esodati – ma anche nel reperimento delle risorse per la cassa integrazione in deroga – la priorità assoluta. L’impatto sociale dell’inadempienza rispetto a questi voci risulterebbe dirompente.
Dove vanno reperiti i fondi necessari per porre rimedio alla situazione?
E’ necessario, anzitutto, tagliare i costi della politica. E non mi riferiscono soltanto alla riduzione del numero dei parlamentari o dei loro stipendi, ma anche alla rimozione di un’infinità di enti, consigli d’amministrazione e partecipate del tutto inutili. Va, inoltre, introdotta una patrimoniale il cui gettito sia vincolato al caso degli esodati. Infine, sarebbe doveroso distrarre buona parte delle spese militari verso tale emergenza sociale.
(Paolo Nessi)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultime notizie di Riforma pensioni
-
Pensioni 2022/ Aperta la campagna REDEST per i pensionati all'estero19.05.2022 alle 01:17
-
Riforma pensioni 2023/ Quota 100 non sufficiente: più tutele ai giovani e donne19.05.2022 alle 01:15
-
RIFORMA PENSIONI 2022/ A chi spetta il bonus da 200 euro18.05.2022 alle 16:59
-
Riforma pensioni 2023/ Piano individuale pensionistico? L'idea per creare una rendita17.05.2022 alle 23:40
-
RIFORMA PENSIONI 2022/ Il richiamo europeo manda in soffitta Quota 4117.05.2022 alle 16:51
Ultime notizie
-
Inter, riunione di calciomercato in corso/ Presenti Zhang, Marotta e Simone Inzaghi24.05.2022 alle 13:57
-
Fabio Rovazzi giudice di un talent?/ "Erano arrivate delle proposte ma..."24.05.2022 alle 13:59
-
Fedez: "Il tumore? Non ho fatto la chemio"/ "Voglio veder crescere i miei figli .."24.05.2022 alle 13:58
-
Deanna, moglie Paolo Belli/ Vladik, figlio adottivo: "metà del mio cuore"24.05.2022 alle 13:50
-
DIRETTA GIRO D'ITALIA 2022/ Video streaming Rai: Mortirolo vicino, gruppo attardato!24.05.2022 alle 14:00
I commenti dei lettori