L’Expo non dovrà limitarsi ad essere una bolla. Lo ha detto il ministro del Lavoro Enrico Giovannini intervistato da il Corriere della Sera, intendendo, con questo, far presente che se non si prenderanno opportuni provvedimenti la grande fiera prevista per il 2015 non sortirà l’effetto desiderato. Giovannini, esemplificando, ha detto che se sul serio arriveranno 100 milioni di cinesi, solo un sistema opportunamente messo a punto potrà fare in modo che questi arrivino fino agli Uffizi. Ma attualmente, nei nostri musei, giacciono immani quantitativi di opere d’arte inutilizzate. Per far sì che i turisti non si limitino a pernottare in qualche albergo più del solito, quindi, necessario attivare delle convenzioni con i privati per metter loro a disposizione le nostre opere d’arte ed evitare che concluso l’Expo se ne tornino a casa. Parlando della sua materia specifica, ha, poi, aggiunto: «Prendiamo il contratto a termine e l’apprendistato, che consente una serie di flessibilità ma in una prospettiva di assunzione. È chiaro che se l’Expo sarà una bolla le aziende guarderanno tutte al contatto a termine». Se, invece, si costruire un progetto di ampia prospettiva che si basa sulle nostre eccellenze, «allora dobbiamo incentivare l’apprendistato». Il ministro, inoltre, si è detto piuttosto convinto del fatto che la pausa tra un contratto a termine e l’altro di tre mesi introdotta dalla riforma Fornero sarà, con ogni probabilità eliminata. Si tornerà, quindi, a 10-20 giorni di pausa. La misura, tuttavia, non si può assumere fin da subito. È necessario aspettare il Consiglio Europeo di questa estate, per capire i margini di manovra disponibili.